L'inversione a U. È la migliore manovra di Fernando Alonso. Nessuno come lui nei fatti e nelle parole. Andata e ritorno in Renault e McLaren. E a chiacchiere da un mito all'altro. Finalmente ieri è arrivata la scontata ufficializzazione del ritorno del pilota spagnolo alla McLaren Honda, la vera notizia è che a fargli da spalla ci sarà Jenson Button e non Kevin Magnussen (che si dovrà accontentare di fare la riserva). Quindi due campioni del mondo come ai tempi di Ayrton Senna e Alain Prost.
Dunque Alonso sceglie di nuovo quella scuderia da cui se ne andò sbattendo la porta nel 2007. Due campionati con la Renault e poi lo sbarco alla Ferrari con tanto di dichiarazione: «Qui chiuderò la mia carriera. Poi non c'è niente, perché nulla è meglio della Ferrari. Lasciarla vuol dire fare un passo indietro». Il mito della Rossa, appunto, che lascia senza aver vinto un mondiale. Ma l'asturiano ha un mito buono per ogni occasione. La McLaren Honda è soprattutto Ayrton Senna, e allora ecco Alonso ai piedi del brasiliano: «Non ho mai nascosto la mia profonda ammirazione per Senna, il mio pilota preferito, il mio idolo in pista, il mio riferimento».
A parole non corre: «So che può servire un po' di tempo per conseguire i risultati a cui puntiamo, ma questo non è un problema per me. Ho ricevuto diverse offerte, alcune molto allettanti, ma più di un anno fa la McLaren-Honda mi ha contattato e mi ha chiesto di prendere parte, in maniera molto attiva, al ritorno di questa loro partnership. La mia sfida è far rivivere questa leggenda». A conferma che le parole se le porta via il vento come le promesse di eterna fedeltà alla Rossa.
Ma stavolta la minestra scaldata ha il sapore di una scommessa, di un salto nel buio soprattutto dopo i primi test del motore Honda. Il pilota ha un biglietto da visita di dodici podi in diciassette gare con il team di Woking. Era la stagione della spy-story, dei rapporti tesi con Dennis e con Hamilton. Alonso firma un biennale con opzione per il terzo anno, si dice con clausola per liberarsi dopo la prima stagione in caso di fallimento clamoroso. Un accordo da 32 milioni a stagione, secondo la Bbc, mentre Button si sarebbe «accontentato» di sette, rispetto ai 14 del 2014.
Proprio la scelta del compagno di Alonso è stata la causa dei continui rinvii dell'annuncio dei piloti da parte de team di Woking. Questione legata a una diatriba interna: Mansour Ojjeh (che detiene il 75 per cento di quote del team insieme al fondo sovrano del Bahrain) a spingere per Button e Ron Dennis a sostenere il giovane danese. La decisione conferma che all'interno della scuderia lo storico manager non ha più lo stesso potere di un tempo. Ma il team «sistema» tutto nel comunicato ufficiale rifacendosi a una frase di Senna: «...Non abbiamo bisogno di miti.
Abbiamo bisogno di esempi da seguire: esempi di coraggio, determinazione e di speranza. Dobbiamo credere che sia possibile vincere. Tutti alla McLaren e alla Honda, sono d'accordo, a partire da Fernando Alonso». Per il quale c'è un mito per ogni occasione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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