"Papà regalò l'Inter a mamma. In casa era lei la prima tifosa"

Dopodomani, giorno della Supercoppa tra nerazzurri e Juve, compie 80 anni la sorella dell'ex patron Massimo

"Papà regalò l'Inter a mamma. In casa era lei la prima tifosa"

Maria Rosa, per tutti Bedy, non è solo la figlia di Angelo Moratti e la sorella del Massimo, ma è stata la business card dell'Inter nell'universo e probabilmente lo è ancora. Il volto femminile che scioglie la tensione, un sorriso discreto, educato in una tribuna a caso di un campo di calcio, a volte sola, in piedi, appoggiata a un muretto e lo sguardo rivolto alle maglie nerazzurre. Senza averlo come fine ha spiegato perché il rispetto non si chiede, si riceve e basta. Risponde che la chiamata se l'aspettava ma non è vero, è solo una forma di gentilezza.

Buona sera signora, tra poco ci siamo

«Oh! Li faccio tondi tondi dopodomani, giorno della finale di Supercoppa Inter-Juventus a San Siro».

Ci sarà?

«Certamente, è il modo di festeggiarlo più bello possibile in questi giorni di pandemia. Non si può fare una cena di compleanno e vedere gli altri famigliari, però devo dirle che io allo stadio mi sento al sicuro, come se fosse casa mia. Da piccola quando l'Inter giocava a Milano venivano a prendermi e uscivo dal collegio per andare a vederla. Adesso è un'occasione per stare in mezzo alla gente ma intendiamoci, le Asl fanno strabene a comportarsi così, la vedo come una questione di rispetto soprattutto verso gli altri anche se alla mia età in fondo rischio la vita, ma l'Inter anche se ormai io, la famiglia, non contiamo più niente».

Beh, ogni squadra ha bisogno di una bella storia e voi siete quella dell'Inter.

«Grazie, ma ormai dopo aver vinto tutto quello che c'era da vincere il Massimo ha passato la mano, adesso ci sono questi cinesi che mi sembrano proprio delle persone a modo. Ho conosciuto Steven, intelligente, carino, bravo, anche il padre, si sono trovati in mezzo e ora cercano di uscirne nel migliore dei modi. Mi sono fatta l'idea che all'inizio non avessero capito bene di cosa si trattasse, prendere l'Inter non è uno scherzo, poi il loro governo non gli ha dato certo una mano anche se adesso credo che gli abbiano concesso il permesso di muoversi per il bene della squadra. Del resto per chi non lo ha capito l'Inter ha un fascino straordinario, e San Siro poi».

Cos'era per una bambina come lei?

«Come andare a teatro. Io ci andavo con la mamma, lei sempre elegantissima, una festa, ero innamorata di Skoglund, la Wandissima, e poi Benito Lorenzi, i tifosi sui gradoni in giacca e cravatta, ci si divertiva, altri tempi, San Siro davvero uno spettacolo».

Sta finendo nel retrobottega

«E questo proprio non lo capisco, è un dolore infinito, nel cuore proprio. Capisco ci siano altre esigenze ma possibile che non ci siano soluzioni? E poi questa era l'occasione giusta per avere uno stadio proprio, solo dell'Inter, lo dico anche per il Milan naturalmente, ognuno il suo».

Lei lo ha visto crescere.

«L'Inter e San Siro hanno sempre fatto parte della famiglia. È stata mamma Erminia a convincere papà. Lui era una persona geniale, finita la guerra ha comprato una vecchia raffineria in Texas, avrebbe potuto fare qualunque altra cosa. E mamma era tifosa ancora prima di lui, poi un bel giorno la grande decisione, erano all'Olimpico a vedere Roma-Ambrosiana e gliela ha comprata, certo c'è voluto del tempo ma lì è cominciata questa storia infinita. Non mi sono mai persa una partita a San Siro, poi quando papà ha lasciato mi sono trasferita a Roma. Ma sono tornata a Milano subito appena Massimo è diventato presidente».

E poi in trasferta

«Sempre una grande emozione, non ci sono altre parole, e poi che giocatori! Chi è passato dall'Inter non può fingere di non averla nel cuore, Ronaldo il più grande ma ci sono stati ragazzi meno famosi che hanno dato un contributo grandissimo, penso a Cambiasso, Julio Cesar, Cruz era un finalizzatore eccezionale, lo trovavo pazzesco, ora è un po' che non lo sento ma era molto vicino alla nostra famiglia. In coppia con Ibrahimovic hanno fatto cose spettacolari e quante reti. Io Ibra lo amo ancora, un calciatore geniale».

Diverte questa Inter

«Inzaghi è bravo, proprio quello che ci voleva, ammetto che mi dispiace per Mourinho una persona veramente speciale, è uno che ha bisogno del successo altrimenti si abbatte ma sono certa che si riprende, anche con lui credo ci sia un affetto che non finirà mai».

Tanto merito al Massimo per tutto quello che ha fatto. Adesso la Juventus, chi vince?

«Beh, non sono superstiziosa ma in questo caso lo sono. Loro sono sempre fortissimi, avversari pericolosissimi, non so se giocherà Chiellini ma lui è il più bravo, noi siamo forti, anche loro, ora meno di noi.

Sogno un 6-0 alla Juventus, sarebbe fantastico, sono quelle cose che sai non avverranno mai e proprio per questo ti fanno guardare sempre avanti. Ci sarò e poi sarà uno spettacolo, proprio come andare a teatro. E poi dovesse vincere l'Inter sarebbe proprio il più bel regalo per il mio compleanno».

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