La partita per il caso tamponi non è ancora finita per la Lazio, anzi è appena iniziata. Secondo quanto riporta il quotidiano Domani, la linea difensiva che dovrebbe utilizzare il legale del club bianconceleste Gian Michele Gentile è quella del "Lui c'entra il giusto" riferito a Claudio Lotito, ovvero il presidente della società capitolina. Tenendo un basso profilo e con tale interpretazione questa arringa difensiva metterebbe la società biancazzurra al riparo dal rischio della responsabilità diretta e di esposizione alle sanzioni più dure come ad esempio la possibilità di subire sconfitte a tavolino e penalizzazioni di punti in classifica.
Il presidente Claudio Lotito, il medico sociale Fabio Rodia e il responsabile sanitario del club Ivo Pulcini hanno subito il deferimento da parte della Procura Federale della Figc in merito al caos tamponi di qualche settimana fa e ora si preannuncia un'aspra battaglia non solo per l'importanza dei soggetti coinvolti ma anche perché è la prima volta nel terreno della gestione che il calcio ha fatto e dovrà fare dell'emergenza Covid.
Rinvio in vista
Secondo quanto riporta "Domani", la Lazio nella figura del suo legale Gentile potrebbe iniziare richiedendo subito un rinvio, perché la data di apertura del procedimento, 16 marzo, è il giorno antecedente la gara di Champions League della Lazio a Monaco di Baviera contro il Bayern. L'avvocato della Lazio avrebbe già inoltrato al Tribunale Federale Nazionale la richiesta di rinviare il procedimento al 23 marzo o di inserire non prima di quella data la presenza in aula dei tesserati della società biancoceleste.
La tesi accusatoria
Sempre secondo quanto riporta il quotidiano Domani, "Alla Lazio sono state imputate tre mancate tempestive comunicazioni di positività alle Asl competenti, relativamente a un numero variabile di tesserati risultati positivi al tampone Covid in prossimità delle gare Club Brugge-Lazio (Champions League, 28 ottobre 2020), Torino-Lazio (Serie A, 1 novembre 2020) e Zenit San Pietroburgo-Lazio (Champions League, 4 novembre 2020); l'avere consentito, o non avere impedito, a tre calciatori di partecipare all'allenamento del 3 novembre unitamente al resto del gruppo squadra nonostante che la positività dei tre fosse nota (secondo la ricostruzione della Procura, beninteso) al medico sociale; e il non avere sottoposto al periodo di isolamento obbligatorio (10 giorni) in caso di asintomaticità due calciatori, che invece sono stati utilizzati o iscritti a referto in occasione di due gare di campionato".
Tra l'altro la sequenza delle tre partite che si palleggiano dunque tra Champions League e campionato vedrebbero inserita anche una quarta sfida, Lazio-Juventus dell'8 novembre del 2020. L'indagine di snoda su due binari dunque: quello italiana sotto l'egida della Figc e quello europeo che fa capo alla Uefa che hanno evidentemente due modi di agire differenti e due protocolli differenti.
La ricostruzione
La Lazio scelse una struttura di Avellino, Futura Diagnostica, per processare i tamponi e in molti si chiesero come mai la società biancoceleste scelse una struttura fuori Regione. Il dottor Fabio Rodia nel corso dell'audizione tenuta coi rappresentanti della Procura federale il 12 novembre 2020 rispose in questi termini a questo dubbio: "Con particolare riferimento alle motivazioni per cui la S.S. Lazio si è rivolta a un laboratorio di Avellino per l'effettuazione dei tamponi, ha dichiarato che tale scelta è stata fatta in quanto nella regione Lazio non gli risulta che i tamponi molecolari possano essere effettuati da struttura private precisando, altresì, di aver solo richiesto alla S.S. Lazio che la struttura di Avellino fosse munita dei requisiti di legge".
Synlab è una rete internazionale dei servizi di laboratorio e della diagnostica medica cui la confederazione calcistica europea affida i prelievi e le analisi che rientrano nel protocollo Covid. I tamponi analizzati da Futura Diagnostica venivano somministrati presso il centro sportivo della Lazio ma erano poi analizzati altrove. La struttura di Synlab che analizzava il materiale proveniente da Formello è un laboratorio di Calenzano, comune toscano.
In quella sequenza di partite sopracitate ci furono diversi casi di positività, che divennero poi negatività per poi tornare positività. In quel periodo ci fu una grande confusione mediatica a riguardo delle positività dei calciatori ai test Synlab e alle successive negatività ai test effettuati da Futura Diagnostica. Sempre secondo quanto riporta "Domani", la Procura Federale della Figc nella figura di Giuseppe Chiné ha aperto un procedimento nei confronti della Lazio perchè avrebbe commesso infrazioni di più vasta portata in materia di comunicazione alle Asl competenti e di applicazione dei protocolli Covid.
La difesa della Lazio
"Ma che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerano", questo l'intervento di Claudio Lotito in merito alla questione positività. Il club biancoceleste aveva poi emesso un comunicato, subito dopo aver appreso del deferimento, confidando nella giustizia: "Rimaniamo in attesa che venga fissata l’udienza per la trattazione dinanzi al tribunale federale, nel rispetto dei termini previsti dal codice. Confidiamo nella giustizia sportiva, che si esprimerà nelle sedi preposte, affinché venga ristabilita la corretta ricostruzione dei fatti e venga riconosciuta la totale estraneità rispetto agli addebiti contestati”.
L'intenzione iniziale del legale della Lazio Gian Michele Gentile era quella di richiedere un patteggiamento su base pecuniaria ma senza sanzioni come la penalizzazione in classifica o l'inibizione degli incolpati ma questa ipotesi è naufragata. C'è in ballo la questione della responsabilità diretta, con possibile penalizzazione per la Lazio e vittorie a tavolino per Torino e Juventus e per questa ragione la società si starebbe cautelando adottando la "Strategia 231", ovvero un riferimento alla legge sulla responsabilità amministrativa delle imprese.
Lotito in qualità di presidente del consiglio di gestione e legale rappresentante della società aveva dichiarato che in virtù delle dimensioni e complessità Lazio non poteva seguire tutti i rami dell'attività e le funzioni aziendali e che si era dunque occupato delle problematiche relative ai tamponi in via eccezionale. Il basso profilo da parte del presidente della Lazio è l'arma in più da giocare per la società biancoceleste in una partita che non è ancora iniziata e che potrebbe essere davvero molto lunga e difficile.
Cosa rischia la Lazio?
La Lazio attende ora di conoscere il suo destino. Le violazioni del protocollo anti-covid previste dalla Figc, infatti, sono molto severe e saranno discusse a breve davanti al Tribunale Federale.
Le sanzioni variano in base alla gravità della violazione e vanno dalla semplice ammenda fino ad arrivare ai punti di penalizzazione in classifica o addirittura alla retrocessione e all'esclusione del campionato in corso. Il rischio di una penalizzazione potrebbe dunque riscrivere la classifica di Serie A in peggio per i biancocelesti e in meglio per Juventus e Torino.
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