Lazio, deferimento per il caso tamponi: "Confidiamo nella giustizia"

Il procuratore Chinè ha deferito la Lazio per il caso tamponi ma il club è sereno: "Confidiamo nella giustizia sportiva per spiegare la totale estraneità rispetto agli addebiti contestati"

Lazio, deferimento per il caso tamponi: "Confidiamo nella giustizia"

Dopo oltre tre mesi dalla bufera sui tamponi che aveva investito la Lazio di Claudio Lotito è arrivata la decisione del procuratore federale, Giuseppe Chinè che ha decido di deferire il club biancoceleste al tribunale federale nazionale. Non solo, perché anche il numero uno e i medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia sono stati deferiti per aver violato i protocolli sanitari anti-Covid, ma anche l'articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva e dell'articolo 44.1 del Noif.

La Figc ha comunicato come Lotito sia stato deferito per non aver tempestivamente comunicato alle Asl competenti la positività al coronavirus di 8 tesserati, riscontrata in data 27 ottobre 2020, a seguito dell'effettuazione dei tamponi della Uefa del 26 ottobre 2020, in vista dell'incontro di Champions League Brugge-Lazio del 28 ottobre 2020". Non solo, perché la Lazio è stata deferita anche per non aver comunicato alle Als i nominativi dei contatti stretti dei tesserati in questione risultati positivi e per non aver concordato all'ente competente le modalità di isolamento del gruppo squadra dei positivi e la quarantena dei tesserati del gruppo squadra negativi. La questione a novembre sollevò un polverone con diversi calciatori che passarano dall'essere positivi e negativi a distanza di poche ore mandando in tilt i sistemi sanitari.

La risposta biancoceleste

Il club di Lotito, sul proprio sito ufficiale e sui canali social, ha risposto a questo deferimento precisando: "Con riferimento alla richiesta di deferimento al Tribunale Federale del presidente Claudio Lotito, del responsabile sanitario dott. Ivo Pulcini e del medico sociale coordinatore prof. Fabio Rodia per violazione dei protocolli sanitari in materia di COVID-19, il portavoce del presidente, Roberto Rao, precisa che “si tratta di una questione relativa all’interpretazione delle norme che riguardano la disciplina che governa la materia del COVID-19, sia sotto il profilo dell’onere di comunicazione all’autorita sanitaria sia sotto il profilo dell’interpretazione applicativa di alcuni parametri dei protocolli sanitari".

Il comunicato della Lazio si è poi concluso con l'augurio che la giustizia sportiva faccia il suo corso con il club che si ritiene ovviamente estraneo ai fatti contestati: "Rimaniamo in attesa che venga fissata l’udienza per la trattazione dinanzi al tribunale federale, nel rispetto dei termini previsti dal codice. Confidiamo nella giustizia sportiva, che si esprimerà nelle sedi preposte, affinché venga ristabilita la corretta ricostruzione dei fatti e venga riconosciuta la totale estraneità rispetto agli addebiti contestati”.

Cosa rischia il club

La Lazio è serena ed attende ora di conoscere il suo destino. Le violazioni del protocollo anti-covid previste dalla Figc, infatti, sono molto severe e saranno discusse a breve davanti al Tribunale Federale.

Le sanzioni variano in base alla gravità della violazione e vanno dalla semplice ammenda fino ad arrivare ai punti di penalizzazione in classifica o addirittura alla retrocessione e all'esclusione del campionato in corso. Difficile che si verifichino le ultime due eventualità, più facile che arrivi una multa per il club di Lotito.

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