Serey, il pianto del figlio che onora il padre giocando

Poco prima, l'ivoriano aveva saputo del papà morto. La Colombia prenota gli ottavi

Serey, il pianto del figlio che onora il padre giocando

Colombia-Costa d'Avorio ha due vincitori. La nazionale sudamericana e Serey Die. La squadra di Pekerman vince e vede gli ottavi, la storia dell'ivoriano si intreccia con il calcio e va oltre. A prescidere da come andrà il Mondiale per la sua Nazionale, lui ha già vinto. Non solo agli occhi dei suoi tifosi, ma di quelli di tutto il mondo. Poco prima del riscaldamento gli è stata comunicata la morte del padre, lui ha voluto comunque scendere in campo, ha lottato ed è stato anche uno dei migliori. Le sue lacrime a dirotto durante l'inno ufficiale hanno fatto il giro del mondo e su twitter la foto con la scritta «Respect to Serey Die», è stata tra le più ritwittate.
La partita a quel punto è diventata un corollario. Bella e interessante alla faccia di chi dice che il campionato italiano non è allenante. Dopo il Cile made in Italy che ha mandato a casa la Spagna, ecco la Colombia con tutta la difesa (Zuniga, Yepes, Zapata e «l'inglese» Armero in prestito dal Napoli) e le due frecce, Ibarbo e Cuadrado, che giocano in serie A. L'anima di una squadra che dopo il debutto convincente contro la Grecia, ieri si è confermata contro la Costa d'Avorio. Squadra a vocazione italiana (pure Guarin in panchina) con i gol europei di James Rodriguez, il fratellino monegasco del grande assente Radamel Falcao, e Quintero, ora al Porto, ma che si è fatto conoscere nel Vecchio Continente guarda caso in Italia, al Pescara. Già, vedendo all'opera questa Colombia c'è da chiedersi quali limiti si sarebbe posta se ci fosse stato El Tigre a fare da ariete. Perché Teofilo Gutierrez, il sostituto, fa di tutto per farlo rimpiangere. Sbaglia l'impossibile nonostante l'assistenza di un Cuadrado in grande spolvero con tanto di traversa clamorosa.
Al cospetto della Colombia non sfigura la Costa d'Avorio che incassa un micidiale uno-due in sei minuti nella ripresa. Ma è da qui che gli Elefanti devono ripartire, perché Drogba guida la reazione firmata da un gioiello del giallorosso Gervinho, migliore dei suoi, che salta tre uomini e piega le mani al portiere.

L'effetto-Drogba vincente con il Giappone, stavolta lascia l'opera a metà, ma è la conferma di una squadra che se non tradisce con la Grecia può dire la sua. Se gli Elefanti possono fare strada, il caffé dei Cafeteros colombiani è caldissimo. E l'Italia lo deve sapere perché potrebbe incontrare proprio Costa d'Avorio o Colombia negli ottavi.

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