Pranzi fatali al Napoli, è fuga Juve

Come a Bologna gli azzurri ko a mezzogiorno: Signora a più 6 Saltano i nervi: espulsi Sarri e Higuain, dopo il gol numero 30

Pranzi fatali al Napoli, è fuga Juve

Proprio come in Europa League. Anche stavolta il Napoli crolla sul più bello, quando si pensava fosse all'altezza della situazione. Sembra non lo sia. Di ieri, del 3-1 rimediato al «Friuli» contro una bella Udinese, si ricorderanno le mani sul petto dell'arbitro Irrati, le lacrime di Higuain, espulso assieme al suo allenatore. Ma l'immagine della resa scudetto del Napoli è racchiusa nello scatto d'ira del Pipita, presunto leader, incapace di essere decisivo quando il gioco si fa duro. Per lui, arrivato a quota 30 reti, la storia si ripete. Da quando Josè Mourinho lo bocciò relegandolo in panchina nel suo Real Madrid non è mai riuscito ad arrivare bene in fondo. Un'espulsione, la sua, figlia del nervosismo delle ultime settimane, della snervante, effimera, rincorsa alla Juventus (ora a più 6) della sensazione di lottare contro i mulini a vento. Perché, con il senno di poi, pensare di poter lottare contro una squadra reduce da 20 vittorie nelle ultime 21 partite, sembra improbabile.L'aveva detto Sarri alla vigilia: «È la sesta volta che giochiamo dopo la Juve col macigno sulla testa di una loro vittoria». E, alla fine, il macigno ha schiacciato il Napoli: inevitabile per una squadra non abituata a lottare per certi obbiettivi e costretta sempre a vincere per tenere vivo il campionato. Come se non bastasse, giocare a mezzogiorno non si addice al Napoli che, dopo Bologna, rimedia un'altra pesante sconfitta. E il difficile viene ora: il contraccolpo psicologico della fine del sogno (unito alla prevedibile squalifica di almeno due turni di Higuain) può costare caro. Nelle prossime 4 giornate, la squadra di Sarri affronterà in trasferta prima l'Inter e, poi, la Roma che scalpita. È il momento di non perdere la testa. La cronaca. La cura De Canio mostra i suoi primi frutti contro l'avversario più forte. Finisce 3-1 per la squadra di casa con una doppietta di Bruno Fernandes e il gol di Thereau, inframmezzati dalla rete-gioiello del Pipita (trentesimo gol in campionato) al termine di una gara vivace, giocata a ritmi alti per tutti i 90'. Bruno Fernandes. È lui, senza dubbio, il protagonista del primo tempo che l'Udinese chiude in vantaggio per due reti a uno su un Napoli sottotono. È lui che porta in vantaggio l'Udinese al 14' con il rigore concesso da Irrati per un fallo di Koulibaly su Badu in area. Il portoghese calcia male. Gabriel intuisce l'angolo, ma la palla gli passa sotto. È ancora lui, in pieno recupero, a portare l'Udinese al riposo in vantaggio, con una splendida rovesciata dall'altezza del dischetto. Giusto per rimediare al rigore sbagliato subito dopo il pareggio di Higuain, nel secondo penalty concesso questa volta per fallo di Ghoulam su Widmer. Nella ripresa l'attesa reazione dei partenopei non arriva. È l'Udinese a trovare ancora la via del gol. Widmer scappa sulla destra e crossa al centro un pallone che Thereau a due passi dalla porta deve solo spingere in rete. È il gol della tranquillità per l'Udinese.

Forte anche della superiorità numerica lasciata da Higuain che perde la testa, rimedia il secondo giallo, inveisce e mette le mani sul petto dell'arbitro: la sua partita finisce così, con i compagni che faticano a trattenerlo sulla via per gli spogliatoi. La corsa scudetto ora si fa durissima. E la Roma, ieri pomeriggio vittoriosa nel derby, è a soli quattro punti: il secondo posto, quello della Champions assicurata, è ancora in ballo.

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