"Pronti anche a sostituire i nostri piloti"

Il ds della Rossa Laurent Mekies: "Vivremo in una bolla. In caso di positivi, ognuno ha la riserva"

"Pronti anche a sostituire i nostri piloti"

La Formula 1 ai tempi del Covid sembra uscita da una canzone di Mina, quella straordinaria delle mille bolle blu. La Formula 1 che la prossima settimana riaccenderà i motori in Austria, primo sport a livello internazionale a farlo, non formerà soltanto un'enorme bolla, ma ne formerà come minimo una per squadra con il divieto o quasi di avere contatti incrociati. Siamo al punto che se Suzie Stoddard, oggi signora Wolff, fosse ancora terzo pilota della Williams, non potrebbe andare a letto con suo marito Toto nei weekend di gara, anzi per dieci giorni di fila tra il Gp d'Austria e quello di Stiria che si correranno nel giro di una settimana al Red Bull Ring di Spielberg.

Ci saranno bolle per tutti i team così da sapere esattamente chi controllare in caso di positività. Per entrare nella super bolla sarà necessario presentarsi in Austria con un test effettuato non più di 4 giorni prima, test sierologico che poi verrà rifatto ogni 5 giorni, cioè a cavallo tra i due appuntamenti austriaci e poi prima della gara in Ungheria. «Abbiamo lavorato tutti assieme negli ultimi tre mesi per stilare un protocollo che ci permetterà di tornare in pista con la massima sicurezza - racconta Laurent Mekies che non è il Covid manager, bensì il direttore sportivo della Ferrari cercheremo di disputare un Gp portando in pista solo chi è necessario. Abbiamo stabilito di limitare a 80 persone, piloti compresi, ogni team. Purtroppo non avremo il pubblico, ma non ci saranno neppure ospiti, sponsor e hospitality nel paddock. Tutto sarà molto diverso da come eravamo abituati a vedere». Ci viene da dire che tutto sarà un po' più triste. Ma basterà sentire i motori per far andare via quella tristezza

La parola d'ordine è Safety first. Prima la sicurezza. La F1 sa che avrà addosso gli occhi del mondo perché sarà il primo sport mondiale a ripartire e non può permettersi di sbagliare. «Cercheremo di mantenere due metri di distanza tra ogni membro del team e comunque tutti dovranno indossare sempre la mascherina. In Ferrari ci stiamo già allenando a farlo andando a lavorare con la mascherina, ma un conto è indossarla in ufficio in condizioni ideali, un altro a 40 gradi e sotto pressione. Credo che la sfida maggiore per i nostri ragazzi sarà proprio questa. E in caso di positività a casa avremo comunque una squadra allenata con uomini pronti a subentrare». Perché la F1 ha deciso che non si fermerà. In caso di positività, la persona verrà isolata e sostituita, anche se si trattasse di un pilota. «Intensificheremo comunque la presenza del personale medico, sia in pista che nell'hotel dove alloggeremo tutti». Gli 80 uomini in rosso avranno le loro mascherine personalizzate, un po' come le squadre di calcio che vediamo in campo in questi giorni.

Rosse con scudetto e Cavallino Rampante? Probabile, ma non ancora sicuro. Come ancora in discussione è la cerimonia del podio. Ross Brawn aveva parlato di mini cerimonia in pista davanti alle auto. Senza coppe e senza champagne. Ma tra tante bolle un po' di bollicine non guasterebbero

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