Il Punto

P er il tecnico, la British-Mercedes di Hamilton (beffa allo spunto!) era stata predisposta al successo con l'inganno, ovvero con un motore dell'ultima ora più potente di quello assegnato a Rosberg. E, allora, sembravano riecheggiare le grida dei bambini milanesi di 80 anni fa, quando giocavano all'autopista sui marciapiedi: «San Giovanni non fa inganni!». Di quanto più potente? Abbastanza per lo 0,59% sul tempo della pole; un bel vantaggio, di quasi una trentina di cavalli, usurpato con il rubinetto dei consumi istantanei ancor più allargato, come doppia spina nel fianco di una Ferrari che aveva speso gli ultimi tre gettoni per proporre il suo migliore V6 della stagione proprio a Monza.

Confronto ingannevole, dunque, Mercedes-Ferrari e terzo colpo di mano dell'anno da parte del grande Argentier, dopo Spagna e Inghilterra, che ha rimandato il Cavallino ai livelli di Ungheria e Germania, cioè oltre l'uno per cento. E doppio echeggio delle antiche grida degli innocenti dell'altro secolo, per un po' più di equilibrio nella contesa mondiale truccata. Con una Ferrari votata alla più strenua e dignitosa difensiva, indifferente dinanzi alla semplice e razionale (Soft-Medium) strategia dei rivali, contro la loro, più aggressiva - e rischiosa - in Super-Soft, Super-Soft e Soft.

Bella riuscita a testa alta, mentre nelle orecchie ronzavano le citate grida di quei lontani bimbi.

E adesso non c'è che una via di scampo: che l'ingegner Mattia Binotto, meritatamente promosso alla direzione tecnica di Maranello, spieghi al presidente Marchionne cosa rappresentano questi consumi istantanei, ovvero 10 cavalli di guadagno per ogni chilogrammo/ora incrementato, dopo tante trasgressioni sopra i 100 kg/h del regolamento tecnico, ormai nell'area dei 120 kg/h. E, alla presenza di simili squilibri, il nuovo leader della Ferrari sembra proprio l'uomo giusto per affrontare le anomalie della perversa concordia tra la FOM e la Fia-TV-a-3-punte. Coraggio!

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