Stasera replica: "Salviamo il soldato Bizzotto..."

Salviamo il soldato Stefano. Organizziamo un Bizzotthon, facciamo qualcosa che serva a proteggere un grande professionista dal contagio del commentatore, suo vicino, docente e illustratore del kamasutra tattico

Stasera replica: "Salviamo il soldato Bizzotto..."

Salviamo il soldato Stefano. Organizziamo un Bizzotthon, facciamo qualcosa che serva a proteggere un grande professionista dal contagio del commentatore, suo vicino, docente e illustratore del kamasutra tattico. Stefano Bizzotto è un giornalista serio, nasce a Bolzano e qui incominciò la carriera di cronista di nera all'Alto Adige, quotidiano fondato nel 45. A Stefano si riconoscono competenza, educazione, equilibrio, frequentazione della lingua italiana e, perfettamente, di quella tedesca, doti in via di estinzione nella nuova televisione di Stato. Figlio di una cancelliera del tribunale di Bolzano e di un portalettere, Stefano lasciò la cronaca nera e, chiamato alle armi come alpino nel Comando IV del Corpo d'armata, prese a scrivere per i commilitoni, risultò preziosa un'altra vicinanza, questa davvero seria. Fu il poderoso Marco Degl'Innocenti, firma illustre di quella Gazzetta dello Sport, a segnalarlo a Candido Cannavò, sollecitandone l'assunzione. Marco, impegnato su vari fronti, concesse al giovane Stefano lo spazio del calcio tedesco, Bizzotto superò anche l'esame di professionista come più giovane giornalista. Gli anni della calata tedesca Rummenigge, Matthaus, Brehme, Klinsmann, Briegel, furono per lui zucchero, intanto si era sposato con Federica e avuto figli due, Alice e Lorenzo; dalla Gazzetta alla Rai, per discipline varie, hockey su ghiaccio, pattinaggio di velocità, short track, nuoto, tuffi, tiro a volo, infine il fussball, non soltanto quello di Germania, il calcio nazionale e di coppa, poi le nazionali.

In Qatar sta ribadendo il suo percorso, sostantivo questo utilizzato dal suo vicino di microfono che, durante la telecronaca di Messico-Argentina, ha tenuto tra le mani la bandiera albiceleste. L'enfasi mistica e delirante del vicino ha disturbato i telespettatori e imbarazzato l'alpino di Bolzano. Stasera si replica con la garra charrua. Salviamo il soldato Stefano.

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