Se il Milan ha dovuto attendere 343 giorni per ritrovare il profumo d'alta quota, il Torino (leader sino agli anticipi di ieri, ma potrebbe esserlo anche a conclusione della sesta giornata) in vetta alla classifica di Serie A non ci era mai salito negli ultimi 47 anni. Roba da scomodare Pulici e i due Sala, Claudio e Pat, oltre che Graziani. Era il Toro di Radice, cugino di quello di Vanoli. Uno che ha stupito in B con il Venezia, prima di trovare la massima categoria a 52 anni, dopo una gavetta lunga così tra Chelsea, Inter e Spartak Mosca. Anagraficamente, l'accostamento è quello con Sarri, al massimo palcoscenico calcistico solamente ad anni 56. Calcisticamente, ci sono i numeri a supportare una società contestata solo il mese prima per le cessioni di Bellanova e Buongiorno: nessuna sconfitta nelle prime 5, come solo Juve ed Empoli, 8 gol fatti in 5 giornate e 3 subìti, sufficienti a conquistare dopo 450 minuti il primo posto in solitaria, con 3 vittorie e 2 pareggi, seppur con una differenza reti non poi così sbalorditiva.
Non che del resto manchino i numeri anomali, nella stagione da poco iniziata. A cominciare dalla singolare alternanza proprio al primo posto della classifica: nelle prime 5 giornate, altrettante virtuali prime della classe, al netto di coabitazioni a pari punti e diritti di precedenza assicurati proprio dalla differenza reti. Tra le quattro a punteggio pieno della prima giornata, virtualmente davanti agli altri l'Atalanta grazie al 4-0 al Lecce dell'esordio, scettro poi ceduto alla Juve (unica a punteggio pieno) nella seconda e all'Inter alla terza, affiancata in quanto a punti proprio dalle due torinesi e dall'Udinese.
Gli stessi friulani sono stati i più prolifici dopo 4 giornate, primato poi ceduto come detto al Torino alla quinta. Un'alternanza in cima alla A verificatasi soltanto altre due volte, nel 1996 che poi avrebbe premiato la Juve. E, prima, nel 1948: quando il tricolore, guarda caso, sarebbe poi stato con striature granata.
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