Al Real maglie da 1,5 miliardi Ad altri 11 tarocchi giallorossi

Jacopo GranzottoDa anni Fifa e Uefa si dannano l'anima per cercare di globalizzare il mondo del calcio. E renderlo uno spettacolo che frutta. Il che non significa solo delimitare i diritti televisivi o gli ingressi allo stadio. E neanche affidarsi a sponsor fedeli. No, la globalizzazione passa anche per il marketing, per le magliette originali che in molti paesi del mondo (non l'Italia) sono l'oggetto del desiderio. Tanto per capire: al nord (Olanda, Germania, Regno Unito, Svezia in particolare) vestirsi con la divisa originale, e sborsare un centinaio e passa di euro a stagione, è un must. In altri luoghi (Spagna, Francia, Grecia) è un opzione praticabile. Da noi è un lusso, meglio il tarocco che costa meno. Risultato? Gli sponsor tecnici, quelli importanti si intende, non si fidano delle squadre italiane e pagano il minimo sindacale. È di ieri la notizia riportata da Marca secondo cui Adidas, messa alle strette dal boom di vendite della maglietta Nike del Barcellona, ha alzato la posta pur di continuare a sponsorizzare (per altri 10 anni) il Real Madrid. Che diventa, con 140 milioni di euro a stagione, la squadra più costosa del mondo. Mai uno sponsor aveva sborsato tanti soldi per il calcio. Il Madrid supererebbe così il Manchester United che, nell'estate 2015, dopo aver siglato un nuovo accordo con Nike per la tutt'altro che modica cifra di 98 milioni di euro, era divenuto il club più pagato al mondo. Al terzo posto il Bayern Monaco, legato sempre ad Adidas da un accordo di sponsorizzazione da 80 milioni. Per dire, l'azienda tedesca veste anche Milan e Juventus. I più pagati sono i bianconeri con la «misera» (se rapportata a quei top club) somma di 26 milioni a stagione.Detto questo e, considerati gli sforzi immani degli sponsor, poi scopri quello che è successo la scorsa settimana in Bolivia. E capisci quanto è lontana la Spagna. Seconda giornata del girone di ritorno della massima serie boliviana. Siamo a Potosì, Estadio Víctor Agustín Ugarte, casa del Real che ospita il Ciclón. C'è un problema: la casacca biancazzurra degli ospiti è troppo simile a quella dei padroni di casa. Non si può giocare.

Ci pensa un dirigente del Ciclón, esce dallo stadio, si ferma alla prima bancarella e acquista 12 magliette tarocche della Roma (con il logo Nike taroccato pure quello) e ci disegna il numero dietro col pennarello. Per l'arbitro è tutto a posto. Finisce 4-0 per il Real Potosì. Con il logo simil Madrid taroccato, naturalmente.

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