Alla ricerca di se stesso. Il Milan rivuole la propria identità

Per Pioli il derby sarà come una grande prova generale: "Una battaglia da vincere di squadra"

Alla ricerca di se stesso. Il Milan rivuole la propria identità

Milano - C'è già il derby di Milano stasera e il Milan lo affronta questa volta con un piccolo ritardo, solo un punto dietro. Non come capitò nell'ultimo derby del campionato passato, giocato con 7 punti di distacco in classifica e col solito golletto incassato durante i primi minuti, altra preoccupante costante della stagione tricolore. «In effetti abbiamo sempre preso gol alla prima o alla seconda azione» precisa Stefano Pioli che coglie l'occasione per dare conto dell'umore di Oliviero Giroud, il francese protagonista di quella sfida di febbraio capace poi in pochi minuti di «girarsi» e capovolgere il risultato, considerato fuori e dentro le mura di Appiano, lo snodo decisivo del derby scudetto. «Giroud è carico, lo siamo tutti, certi ricordi possono far bene» è la convinzione di Pioli che ha bisogno di fare un bel pieno di ottimismo dopo l'esibizione di Reggio Emilia, un po' deludente, anche se in parte spiegata dal turn over iniziale. «I cambi sono indispensabili giocando ogni tre giorni, piuttosto i peccati commessi col Sassuolo sono stati altri: squadra troppo frenetica, 39 lanci dal portiere, troppi. Volevamo spaccare tutto e invece c'è bisogno di lucidità» l'analisi del tecnico uscito soddisfatto dal calcio-mercato («mai avuto paura di perdere Leao, abbiamo investito su giovani di talento confermando il blocco molto competitivo»). Piuttosto, grazie al folto numero della rosa (29) si annunciano dolorose le scelte per la lista Champions: molti resteranno fuori (Tatarusanu, Ibra, Thiaw, Adli, Vranckx e Bakayoko).

Stasera è un altro capitolo, del derby giunto alla puntata 232, al cospetto dell'Inter rimasta senza Lukaku («non cambia granchè, sarà battaglia, anche un centimetro può decidere»), con lo schieramento già visto col Bologna, CDK compreso naturalmente. «Decideranno i tanti duelli» è l'opinione di Pioli che utilizzò in quel famoso derby del sorpasso Diaz come efficace anti-Brozovic nella ripresa. Adesso toccherà al belga. «Dovremo essere il più compatti possibili» è il suo diktat spedito allo spogliatoio che si ritroverà nelle prossime ore al cospetto di Gerry Cardinale, a Milano per l'operazione closing e in partenza prima della Champions. «Siamo in buone mani» è il suo giudizio riservato al patron di RedBird che si presenta in tribuna e si ritrova, grazie alla virtuosa gestione Elliott, con l'ammenda più bassa da pagare all'Uefa per il FFP (2 milioni). Il Milan può contare, come allora, sul sostegno del suo pubblico, grazie anche ai 41.500 abbonati e alla consapevolezza della propria identità calcistica da recuperare al più presto. «Vogliamo metterci alla prova» chiude Pioli convinto che non ci sia bisogno di cambiare schieramento e nemmeno protagonisti.

Solo dopo la lunga sosta del mondiale, sfruttando meglio le risorse arrivate negli ultimi giorni di mercato («Vranckx è molto interessante, Dest può giocare anche in altri ruoli») si può pensare a qualche modifica di sistema di gioco. Avvenne così dopo il lockdown: provare per credere.

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