La felice, ridente ed un po' pericolosa (non si può essere perfetti) Milano accoglie con gran squillo di tromba Paola Egonu, regina della pallavolo e di qualche esagerazione verbale. Paola torna a giocare in Italia, a Milano dove ha iniziato, ed il movimento può esserne solo felice. Ritorna dopo aver lustrato il pedigree, conquistando la sua terza Champions league con il VakifBank di Istanbul.
Sarà pur bella la vita in Turchia, ma evidentemente l'Italia non è così male, nonostante quel razzismo che la campionessa ci ha addossato senza mezzi termini e nemmeno distinguo. Diciamolo pure, ora che si è ripresentata senza il muso e confessando di sentirsi più matura: c'è stato un pizzico di ingenerosità verso un Paese che, certamente, ha lasciato crescere malepiante di razzismo ed oggi forse è più pericoloso (per le donne) di anni fa, ma le ha regalato la possibilità di diventare una numero uno che folleggia dal volley a Sanremo riscuotendo egual simpatia. Ed ora la riaccoglie. Paola giocherà per il Vero Volley, club milanese che quest'anno ha sfiorato lo scudetto ma insegue la storia: dopo 79 anni Milano è ancora all'asciutto.
E qui si integrano due grandi progetti: quello di uno scudetto da tramandare trascinati dalla Egonu campionessa, e quello di una società forte del suo impegno sociale. Paola ha detto di voler portare stabilità, sicurezza e leggerezza. Leggerezza d'animo.
Per il resto meglio pensare prima di parlare, ci sono tante ragazzine che la prendono ad esempio. Discriminazione, disuguaglianza, emarginazione non ci abbandoneranno mai. Ma Paola Egonu potrebbe raccontare un'altra storia.
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