Roma e Napoli, una guerra di nervi lunga dieci ore

Sfida a distanza: aprono i giallorossi alle 12,30 contro il Chievo. Si chiude stasera con il match di Torino

Jacopo Granzotto

Punti di vista, prospettive. Che lo spezzettato rush finale tra Napoli e Roma per il secondo posto sia una guerra di nervi siamo tutti d'accordo. Bisogna ora vedere chi tra le due squadre sia sfavorita dalla non contemporaneità dei match. E qui c'è da discutere. Gioca prima la Roma (ore 12,45) e in teoria ha il peso maggiore sulle spalle. Se toppa sono dolori. Però all'Olimpico arriva il Chievo che non gioca nella Liga e non ha il Cholo in panchina. Dunque in teoria il Napoli avrà l'onere maggiore visto che stasera dovrà battere il Torino in trasferta. Come detto, dipende dai punti di vista. Però il fatto che le due partite non si giochino alla stessa ora potrebbe creare problemi al fischio finale. Detto questo i due allenatori vivono la vigilia allo stesso modo, parlano di impresa titanica come se il fatto di aver cannato scudetto e coppe fosse una cosa normale. Punti di vista, anche qui.

Spalletti gioca di diplomazia: «Il terzo posto era quasi impossibile, il secondo sarebbe un miracolo». E ribadisce il concetto che quando fa la formazione non ha «parenti da schierare». «Totti? Sta mettendo in pratica perfettamente quella che era la figura che speravo diventasse... fa il suo dovere e sono molto soddisfatto». A Roma l'aria che tira è della pratica da sbribare col minimo sforzo e il massimo dell'incasso (si credeva fosse l'ultima in giallorosso per il Pupone). Mettici un Chievo già bello salvo...

Anche dall'alto dei suoi due punti di vantaggio Sarri predica calma e parla di stagione «straordinaria». «Abbiamo disputato un gran campionato e vogliamo il secondo posto, sarebbe un traguardo clamoroso, straordinario». Il Toro è una squadra difficile da affrontare e il Napoli lo ha notato all'andata. «Al di là delle opinioni - aggiunge Sarri - ci sono dati consultabili da tutti.

Siamo al primo posto come possesso palla, reti segnate, occasioni da gol, verticalizzazioni, tiri in porta fatti, minor numero di tiri subìti e baricentro di gioco più alto. Dobbiamo solamente capire come capitalizzare tutto ciò che creiamo sul campo». Dopo otto mesi?

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