La notte «elettrica» di Budapest è amara per il risultato, arrivato dopo la fatale lotteria dei rigori, ma non per la prestazione. La prima «stecca» europea del direttore d'orchestra Mourinho è solo da applaudire. La sua Roma esce da testa alta dalla Puskas Arena dove regge botta - fino al termine di una gara infinita e infarcita di proteste e veleni tra le panchine - a un Siviglia dalle buone individualità. L'illusione con il guizzo di Dybala, la delusione per il tocco sfortunato di Mancini, gli errori decisivi dal dischetto di Mancini e Ibanez (e il gol decisivo di Montiel con un penalty fattoi ripetere dal Var dopo la prodezza di Rui Patricio) che manda a casa i giallorossi a mani vuote.
Da gennaio la Coppa era diventata l'obiettivo principale della Roma, il fatto che sia sfumato all'atto conclusivo potrebbe essere un segnale importante per capire se Mourinho resterà o meno alla Roma. Fossimo nei panni di Friedkin, non esiteremmo a parlarci subito e a convincerlo a onorare quel contratto di un altro anno. I mancati introiti della Champions, che sarebbero arrivati in caso di vittoria del trofeo, condizioneranno anche il prossimo mercato del club di Trigoria: impossibile fare pazzie e probabilmente ci sarà anche qualche cessione eccellente.
Il sostegno dei 30mila tifosi giallorossi accorsi in Ungheria è incessante e la squadra non delude le attese. Dybala torna titolare dopo 48 giorni dalla sfida sempre in Europa League con il Feyenoord, nonostante la pretattica di Mou («ha una trentina di minuti...»): saranno 67 in totale anche se alla fine del primo tempo la benzina è già finita.
Altro che pullman davanti alla difesa come ci aveva abituato in altre occasioni. In un match bloccato nella prima mezz'ora, la Roma gioca meglio e soprattutto risulta più propositiva degli avversari. Ghiotta l'occasione per Spinazzola che si fa parare il tiro da Bounou, poi il guizzo di Dybala lanciato in profondità da Mancini, un'azione quasi in fotocopia di quella decisiva del 25 maggio 2022 quando Zaniolo mise ko il Feyenoord. Dopo il gol, la Roma colpevolmente si ferma e fa guadagnare metri al Siviglia: negli ultimi minuti del primo tempo assedia l'area giallorossa, Rakitic colpisce il palo e a inizio ripresa gli andalusi, grazie anche agli ingressi di Suso e dell'ex Lamela, insistono alla ricerca del pari che arriva nella maniera meno attesa: la Roma si fa trovare impreparata dietro e Mancini infila nella propria porta.
La sfida diventa più di nervi - soprattutto tra le panchine che fanno a gara nelle veementi proteste sulle decisioni arbitrali con Mourinho che litigherà nel finale con alcuni elementi del Siviglia - che tecnica.
L'arbitro Taylor entra un po' in confusione: il Var interviene per correggere l'errata valutazione su un rigore concesso dal fischietto inglese per un fallo di Ibanez che non c'è, si fida della sua decisione sul tocco del pallone con il braccio - che ritiene attaccato al corpo - da parte di Fernando. Nei supplementari si giocherà davvero poco tra cambi e falli, alla fine saranno 146 i minuti complessivi con i recuperi, con 17 ammoniti tra giocatori e staff. E poi la lotteria dei rigori fatale alla Roma.
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