«Non firmerei per un secondo posto in Bahrain». Mattia Binotto non vuole sembrare sfacciato, presuntuoso, arrogante. Non è ancora come Chris Horner e neppure come Toto Wolff. Vuole solo sottolineare quanto creda nella nuova Ferrari su cui ha investito tutto come chi al tavolo da poker tenta l'all-in. «Quest'anno il nostro obiettivo e di poter competere per la vittoria, per cui non firmo in partenza per un secondo posto, il che non vuol dire che non sarebbe un risultato soddisfacente, ma desidero andare in Bahrain e lottare per la vittoria».
Un pensiero che un anno fa era vietato. Oggi la Ferrari può avvicinarsi alla prima gara stagionale con ambizioni diverse. È già un passo avanti. «Ci siamo preparati bene come squadra, abbiamo fatto tanti chilometri, raccolto più dati possibili e soprattutto abbiamo trovato la correlazione che cercavamo tra la pista e quanto avevamo fatto in galleria, in simulazione e al simulatore. Abbiamo una buona base da cui partire. Il punto di partenza è buono e sano, se sarà sufficiente lo capiremo». L'unica sorpresa è stato quel saltellamento sull'asfalto: «Ma abbiamo reagito bene, già al secondo giorno a Barcellona siamo intervenuti e lo abbiamo limitato. Non lo avevamo avuto in galleria perché è un fenomeno che emerge a 250/270 orari e in galleria per regolamento siamo limitati a 180 all'ora. Comunque entro 4/5 gare non se ne parlerà più».
Binotto conferma di aver valutato all'inizio anche una soluzione simile a quella Mercedes, ma di aver poi trovato più conveniente e convincente «per noi migliore» quella seguita con la F1-75. E poi la filosofia Mercedes proprio non la digerisce: «Non è irregolare quindi credo che ci saranno discussioni, ma non ricorsi. Però se le regole dicono che gli specchietti devono avere una funzione strutturale e se ne hanno anche una aerodinamica la possono avere solo incidentalmente beh quelli Mercedes mi sembrano contrari allo spirito. A noi nel 2018 dopo due gare fecero togliere gli specchietti collegati all'halo con una direttiva tecnica».
Ma fin che la Mercedes non risolve altri problemi chissenefrega Importa di più sapere quello che in Ferrari hanno capito del loro motore: «L'anno scorso pagavamo 20/25 cavalli. Era importante quest'anno migliorare anche perché queste power unit verranno congelate per i prossimi quattro anni. Ci vogliono un po' di gran premi e soprattutto dati raccolti a parità di carichi di benzina per essere certi, ma dai dati che abbiamo potuto raccogliere e che ancora non possono essere super precisi, pare che la nostra power unit ora sia a livello delle migliori, se non addirittura un po' meglio».
Sabato in qualifica lo capiremo meglio. «Dove siamo non lo so ammette Binotto - ci vorranno quattro o cinque gare per capire il potenziale di queste macchine. Se dovesse andare bene in Bahrain non mi esalterei perché potrebbe anche essere un'illusione. Credo comunque che saremo competitivi. Se due decimi davanti o due dietro non lo so ancora. La Red Bull con Max è stata molto veloce. Magari ne avremo una davanti e l'altra dietro. Non so. Ma so che saremo lì a poter competere per la vittoria». Fiducia molta, ambizioni tante. Forse la Ferrari è davvero tornata. «L'apprensione dei primi giri di pista l'abbiamo superata. Siamo pronti e il punto di partenza è buono.
Ora resta quella del primo vero confronto in gara. E questa è un'apprensione che rimane e si sta trasformando in una voglia di risultato, una voglia di far bene». Più che una voglia dopo 45 gare senza una vittoria è una necessità.
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