La Rossa vola sulla pista made in Italy

Zaffelli, il disegnatore: "A Zandvoort un tracciato che spaventa i piloti"

La Rossa vola sulla pista made in Italy

Spunta la Ferrari tra i cordoli di Zandvoort. Il più veloce nelle prove libere di ieri è stato Charles Leclerc davanti a Carlos Sainz. Quarto Bottas, quinto Verstappen, a un secondo Hamilton che dopo sei minuti delle seconde libere ha spento il motore della sua Mercedes, per evitare guai peggiori. La Rossa sul giro secco ha dato l'impressione di poter dire la sua e si iscrive alla corsa per la pole. Poi la gara sarà un'altra storia. Quella che da queste parti non si scrive da tempo. L'ultima partenza del GP d'Olanda di F1 era stata nel 1985. Vinse Niki Lauda con la McLaren. Domani torneranno a schierarsi le monoposto dopo 36 anni su una pista profondamente modificata, opera del geniale progettista Jarno Zaffelli che ha conservato l'anima dello storico circuito olandese esaltandone la grande personalità.

Rientrato dal giro di pista con Michael Masi, il Direttore di Gara FIA, l'italiano, 45 anni di Reggio Emilia è soddisfatto del lavoro fatto. «Ci è stato chiesto di fare qualcosa di innovativo conservando il sapore delle piste old school. Avere carta bianca mi ha permesso di usare la tecnologia, l'esperienza, ma anche il tocco italiano. La sicurezza è la prima cosa di una pista. Ma poi c'è la creatività», racconta Jarno, chiamato così da Jarno Saarinen. «Sono cresciuto nella motorvalley da genitori appassionati di moto. Il management di Zandvoort è illuminato e ci ha permesso di fare qualcosa di unico». L'idea dei banking, la pista sopraelevata, tratto distintivo del circuito olandese rinnovato, nasce da una richiesta della FIA di allungare il rettilineo. Cosa impossibile da realizzare perché la proprietà confina con un parco naturale. «Così abbiamo lavorato sulla terza dimensione. Abbiamo inclinato la sede stradale per ridurre l'accelerazione laterale delle vetture sotto i 2.5 G». L'effetto è quello delle montagne russe. «Amiamo progettare piste che riflettono la sensazione che il pilota ha quando guida. Siamo spinti dalla voglia di tradurre in rettilinei, curve e cordoli l'adrenalina di un giro di pista. La nostra filosofia è quella di progettare un tracciato che sia percepito come una grande sfida tanto da spaventare i piloti», continua Zaffelli. «Chiaramente la sicurezza è al primo posto e in questo il supporto della FIA è fondamentale nel valutare i nostri calcoli che si sono spinti osando quello che non era mai stato fatto prima».

Ma come si concilia sicurezza e spettacolarità? Dopo la difficile domenica di Spa, la F1 si interroga. «Sappiamo che Spa deve essere rinnovata. La questione è un po' spinosa perché il circuito ha già un piano di investimento molto importante per riportare le moto e quindi per aumentare la sicurezza, ma sempre in ottica due ruote.

Se parliamo invece di aumentare la sicurezza per le macchine, è chiaro che ci sono esigenze diverse da tenere in considerazione. Se dobbiamo mettere a posto Eau Rouge e Raidillon occorre fare un lavoro specifico per le quattro ruote».

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