
Quando nasce una nuova Ferrari a Maranello è sempre un giorno di festa. Erano anni però che, nel giorno del debutto in pista, non c'era tanta gente aggrappata alle reti di Fiorano per vedere i primi giri della SF-25 con Leclerc e Hamilton, con tanto di albero abbattuto perché ostruiva la visuale. L'erede della monoposto che l'anno scorso è arrivata a soli 14 punti dal Mondiale Costruttori («Meno di un punto a gara», ricorda Vasseur), ha preso una strada tutta sua, cambiando molto sopra e sotto il vestito. Il rosso è diventato opaco e più scuro, anche più elegante se vogliamo. Il bianco è molto più presente, quasi ad andare a riprendere il look di Ferrari gloriose come quelle di Lauda prima e di Schumacher poi. Non è un sacrilegio insomma e non rovina neppure il look. E poi se certi sponsor sono disposti a pagare per averlo, tutto è spiegato.
«La SF-25 è un'evoluzione della SF-24, che è stata una eccellente base di partenza. Abbiamo lavorato duramente, cambiando il 99% della monoposto, evolvendone l'architettura per massimizzarne le prestazioni. La sospensione anteriore pull-rod è solo la punta dell'iceberg, ma la differenza con la vettura dello scorso anno sta in tanti piccoli dettagli», racconta Loic Serra, il nuovo dt, arrivato dalla Mercedes quando a Maranello era già stata scelta la strada. Ma Serra sarà fondamentale nello sviluppo perché, a detta dei tecnici, i miglioramento superiore sarebbero superio alla SF-24. È stata progettata proprio con questo intento: continuare a migliorare grazie anche agli input che arriveranno dai piloti. «Ci sono certe sensazioni che può avere solo il pilota e solo l'uomo può trasmetterci», assicura Serra. «Il pilota è il miglior sensore che abbiamo sulla vettura e sì, Hamilton ci ha raccontato molte cose sul motore Mercedes...», aggiunge Enrico Gualtieri, il responsabile power unit.
La SF-25 nasce con un solo obiettivo. Fred Vasseur non può nascondersi: «Puntiamo a entrambe le classifiche».
Lui dovrà gestire una coppia ad alta tensione: «Charles e Lewis sanno che si vince solo giocando di squadra e io sono convinto che sia meglio avere in squadra due piloti molto competitivi e veloci perché solo così si può estrarre il miglior potenziale della vettura». E quest'anno più che mai i dettagli faranno la differenza.
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