La vittoria dei tifosi tedeschi contro la prevista apertura dei club a investitori privati è un dato di fatto: le loro proteste hanno dissuaso la federazione dal portare avanti, al momento, la pratica.
La motivazione ufficiale è quella di far tornare ad uno svolgimento normale delle partite, ma è chiaro che le pressioni sono servite, pressioni peraltro operate materialmente solo da una percentuale dei tifosi allo stadio, secondo il solito fenomeno per cui, nell'attuale mondo dell'apparenza, pesa più chi si agita conta più di chi tace, anche se è in maggioranza. Ma quello che ha sicuramente colpito chi ha seguito le varie scene è l'impressionante muro di folla in tutti gli stadi, confermato dai dati, compreso quello che sui social media ha tenuto banco nei giorni scorsi: nel passato weekend la seconda divisione ha avuto più spettatori della prima, 284.643 contro 261.099, grazie anche ai 60.542 di Schalke 04-Wiesbaden, ai 52.652 di Hertha Berlino-Magdeburgo, ai 35.462 di Norimberga-Kaiserslautern e ad altre due partite intorno ai 30.000.
E l'Amburgo, che ha una media di 56.100, era in trasferta, senza considerare che il già citato Kaiserslautern, pur essendo in crisi e al terzo allenatore, è sui 43.000. Come mai? La risposta in parte si è già capita, nei numeri: la seconda serie tedesca ha squadre di grandi città e altissimo seguito, mentre la prima porta con sé club come Heidenheim e Darmstadt i cui stadi assieme fanno poco più di 30.000 posti, e quindi è un po' quando in Serie B c'erano Napoli o Juventus. Ma al di là dei dati c'è la sostanza di una cultura calcistica che ha pochi eguali, e che si basa sullo straordinario concetto - banale ma non così praticato altrove - della bellezza di andare allo stadio a prescindere, con una forte identità locale che in Germania si dipana anche nelle differenze di dialetti e inflessioni, fino alle divisioni inferiori: la Dynamo Dresda, in lotta per salire in 2.Bundesliga, è regolarmente sopra i 25.000 di media.
E non è nemmeno che tutti gli stadi corrispondano al ritratto, stereotipato, dell'impianto moderno: nella media, al di fuori delle aree vip, bastano il chiosco di birra e quello di pretzel o di salsiccia locale
o, al nord in posti come Kiel e Rostock, quello con il pesce marinato. Sono dettagli; banale dirlo, ma prima di tutto ci sono passione e partecipazione, unite a una solidissima, a volte fin troppo vivace, cultura ultras.
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