Una città, due squadre in grado di vincere la Champions. Il 10 giugno scorso a Istanbul, Manchester ha agguantato Milano in questo primato speciale, anche se si tratta di pareggio fino a un certo punto. Infatti se lo United gioca a Old Trafford e il City all'Etihad Stadium, Inter e Milan sono ancora costrette a stare sotto lo stesso tetto, condividendo San Siro nonostante l'annosa questione di riuscire prima o poi a traslocare - un giorno, chissà - in uno stadio di proprietà. Nel frattempo in giro per l'Europa nei principali campionati non esiste un caso simile: il Psg corre da solo in tutta la Francia; il discorso è quasi identico per il Bayern in Germania; a Madrid c'è il Real divoratore di Champions, ma che di fatto assieme all'Atletico ha completato in pochi anni due stadi nuovi di zecca e, infine, in una Londra piena zeppa di impianti solo il Chelsea è riuscito ad arrampicarsi in cima all'Europa, incassando di recente il sorpasso di Manchester.
Pochi giorni fa Milano ha esultato per l'annuncio sulla finale di Champions che tornerà a San Siro nel 2026 o nel 2027, ma la partita decisiva si giocherà nelle prossime settimane per capire se effettivamente Milan e Inter riusciranno a rendere concreti i propri piani di fuga. I rossoneri a San Donato e i nerazzurri a Rozzano, senza dimenticare il «vincolo culturale semplice» piombato dalla Soprintendenza in barba a ogni proposito di demolizione per la Scala del calcio. Il discorso si lega inevitabilmente con l'ufficialità, arrivata venerdì, della candidatura congiunta di Italia e Turchia per organizzare Euro 2032, dando di fatto al nostro Paese 2 o 3 anni in più di tempo: non solo per risolvere le lungaggini di Cagliari e Firenze, ma anche per mettere sul tavolo progetti esecutivi che per adesso sono soltanto su carta, proprio come i nuovi stadi di Inter e Milan. Con un Europeo a 24 squadre tra 9 anni gli stadi sarebbero 5 per Paese, ma non è da escludere che si passi a 32 nazionali seguendo l'imminente allargamento del Mondiale. In fin dei conti anche la regina per eccellenza degli stadi di proprietà, l'Inghilterra, ha scelto di lanciarsi verso Euro 2028 con una candidatura congiunta, aprendola al binomio Regno Unito-Irlanda.
Come fonte d'ispirazione Milano può guardare senza dubbio verso Londra, dove tra pochi giorni al via della Premier si schiereranno ben 7 squadre e con altrettanti stadi diversi. Inoltre ne avrà uno tutto suo (a dir poco affascinante, da 10 mila posti) perfino il Luton Town, cittadina famosa per i pendolari e per il suo aeroporto, distante da Londra una cinquantina di chilometri. Come se nei pressi di Malpensa (o Fiumicino) ci fosse una squadra in Serie A e giocasse in un gioiellino di proprietà.
Milan e Inter non dovrebbero spingersi così lontano, ma ben presto potrebbero uscire fuori dai confini della città e il primato delle Champions per due squadre resterebbe in esclusiva a San Siro. Abbandonato da entrambe, triste e solitario.
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