Il segreto del Monza: tenere la porta chiusa

Da tre anni il n°1 dei brianzoli. Alle sue spalle un altro portiere top: Cragno

Il segreto del Monza: tenere la porta chiusa

Ogni portiere nasconde nei guanti una storia eccezionale. Quella di Michele Di Gregorio, nato a Milano il 27 luglio 1997, ha cominciato ad incollarsi alle sue dita fin da piccolo, quando a 6 anni si tuffava sognando di volare come gli idoli della sua Inter: Pagliuca, Toldo, Julio Cesar... Per non parlare delle leggende del passato di cui aveva solo sentito parlare ammirando le figurine Panini: Lido Vieri, Bordon, Zenga...

Ora la «figurina» è lui e, dopo l'ennesimo figurone fatto contro la Juve, ha rubato l'occhio anche al ct della nazionale. Del resto, una chance da vice Donnarumma il superpromosso portiere del sorprendente Monza se l'è guadagnata sul campo, facendo incetta di pagelle con voti da sgobbone.

Dal 2003 al 2017 l'Inter l'ha tenuto a bagnomaria nel settore giovanile senza capire che Di Gregorio non era uno stoccafisso da tenere in ammollo ma un pesce pregiato da servire in prima squadra. E invece il portierone con la barba rossastra da guerriero vichingo finisce in C prima al Renate e poi al Novara dove vince per due anni di fila il titolo di «miglior portiere della Lega Pro», poi il salto in B col Pordenone di Tesser che stravede per lui. Anche tra i cadetti Di Gregorio fa faville, il Monza se ne accorge, lo prende e, con lui (eletto «numero uno della serie B»), conquista la A.

E siamo ad oggi. Quando la società brianzola della coppia «scopritalenti» Berlusconi-Galliani approda trionfale nella massima categoria, si affretta ad accaparrarsi il più promettente giovane portiere su piazza: Alessio Cragno, appena retrocesso col Cagliari ma tanto bravo da essere già entrato nel giro della Nazionale. Tutti scommettono che sarà lui il titolare nel Monza.

Ma qui ecco il colpo di genio, prima di Stroppa e poi del subentrato Palladino: Michele parte titolare e, nonostante l'avvio stentato del Monza, non finisce in panchina. Anzi, grazie alle sue super parate, la squadra brianzola (che intanto riscatta Di Gregorio per 4 milioni facendogli firmare un triennale) prima si riprende e poi si trasforma in una delle realtà più entusiasmanti del campionato.

Di Gregorio non è un portiere plateale, concede nulla allo spettacolo.

Essenziale quanto efficace, la sua vera forza è il piazzamento. In campo si fa sentire) e trasmette sicurezza ai compagni di reparto. Per i tifosi è un «grande portiere» e, soprattutto, un «ragazzo d'oro».

Lo vedremo brillare pure in azzurro?

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