Napoli. Non è il vecchio Totocalcio. È il nuovo Napoli, quello che Klopp (avversario martedì in Champions) ha definito «in questo momento la squadra più in forma del mondo». Tredici vittorie di fila, mai accaduto nella storia azzurra e prima tripletta italiana di un nigeriano. Ovviamente Osimhen, il trascinatore, il manifesto della felicità napoletana, che dedica i gol alla figlia nata da poco: «Voglio godermi il momento e meritarmi la fiducia del mister e dei compagni».
Ha potuto poco il Sassuolo, sono stati d'inferno i primi venti minuti. Difesa disorientata dagli spostamenti continui dei trequartisti azzurri, uno su tutti: Kvaratshkelia che lascia la sua fascia per accentrarsi e venire incontro alla palla, o addirittura passare sulla sponda opposta. La furia Osimhen impossibile da contenere, così come Mario Rui che detta legge a sinistra: in poche parole, attacchi da ogni posizione che fanno crollare il muro neroverde dopo appena quattro minuti. Il centravanti nigeriano aggancia un pallone che pareva gestibile dagli emiliani, due tocchi e vantaggio partenopeo. Il Sassuolo non ce la fa a ripartire, il Napoli affonda e così quando Kvara svaria a destra, fa un numero dei suoi e serve il migliore degli assist all'uomo mascherato che fa doppietta. Il doppio vantaggio rilassa gli azzurri, la fase difensiva è meno brillante del solito anche dopo la terza rete: intuizione di Mario Rui e finalizzazione del georgiano. Pinamonti si fa ipnotizzare da Meret, poi spreca malamente, imitato da Frattesi e Thorsvedt nella ripresa.
Il Napoli invece si placa soltanto quando Osimhen incarta il quarto babà del pomeriggio. Mentre De Laurentiis gode da Washington, Spalletti vola basso: «Chi dice che siamo imbattibili ci vuole male. I complimenti fanno piacere ma creano difficoltà nel gestire questi momenti».
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