Jannik va veloce, mentre piccole Sinner crescono. Perché se è vero che Jasmine Paolini non è la numero uno del mondo, ormai gioca sempre più spesso come se lo fosse. È stata insomma per noi una giornata molto meno grigia del tempo che ha bloccato più volte Wimbledon, e sotto il tetto di Centrale e Campo 1 i nostri hanno acceso la luce. Il Fenomeno Rosso ha dovuto però aspettare quasi le 8 di sera britanniche per entrare in campo contro Kecmanovic: sarà per quello che ha iniziato il match di corsa, vincendo il primo set in 21 minuti. E quando il serbo ha cominciato a lottare è bastato giocare sul serio i punti importanti per portare a casa un posto negli ottavi con il 6-1, 6-4, 6-2 finale. Tutto il contrario insomma delle fatiche contro Berrettini, e questo è un risultato importante, visto che la forma sull'erba di Sinner sembra crescere di match in match: «Sono soddisfatto, so che il primo set è durato poco per il pubblico... Ho toccato bene la palle, ma cerchiamo col team di migliorare sempre e i sacrifici non finiscono mai. Cosa imparato dell'erba? A fare amicizia con lei...».
Ottavi raggiunti, ancor prima, da Jasmine Paolini, con il 7-6, 6-1 a Bianca Andreescu, una che solo qualche settimana fa a Parigi l'aveva fatta penare ben di più: «Mi diverto sull'erba, ci gioco volentieri. Anche nel doppio». Dove tra l'altro, con Sara Errani punta anche lì verso l'alto. È insomma la conferma di una maturazione conseguita, e d'altronde non si diventa numero 6 del ranking certo per caso (è la proiezione live, ma potrà migliorare ancora cominciando a battere la Keys al prossimo turno): «Se me lo avessero detto un anno fa non ci avrei creduto e sentire che ho eguagliato la Pennetta mi fa strano, però ne sono fiera. È bellissimo, è un sogno ma non voglio mettermi pressioni addosso: è pazzesco giocare su campi come quello numero 1 di Wimbledon che una volta vedevo solo alla tv. Quando guardavo Flavia, Schiavone, Vinci ed Errani vincere Slam e fare finali, era come una cosa lontanissima. Sono felice ma non mi va di fare paragoni con il passato: mi sento nel posto giusto e me lo sto godendo». Brava Jasmine, che la prende pure sul ridere: «L'ultima volta con Madison ho fatto due game...».
Intanto, mentre gli inglesi si godono il ritorno alla grande della Raducanu (due facili set alla Sakkari) e assistono alle vicende sentimentali della Boulter, che ha costretto il fidanzato Alex De Minaur a ritardare la conferenza stampa per andare a vederla perdere subito dopo il suo match (a Nottingham non si era fatto vedere e lei aveva minacciato di lasciarlo), ha rischiato di uscire dal torneo Carlos Alcaraz, sotto due volte contro Tiafoe e vincitore al quinto: «Frances è un osso duro per me è stato difficile trovare soluzioni quando mi metteva nei guai: sono contento di aver superato le difficoltà, soprattutto nel 4° set. Mi sono detto che se avessi perso, lo avrei fatto combattendo». Il segnale è che sull'erba non c'è niente di scontato, neppure che Fabio Fognini, 37 anni, abbia voglia di mollare.
Tutt'altro, anzi: solo il maltempo lo ha fermato dall'ennesimo miracolo contro Bautista Agut, quando la sfida era 2 set a 1 per lui e 4-5 (ma servizio) nel quarto: si riprende oggi, e gioca anche Musetti contro Comisana. E d'altro canto, come ha detto alla vigilia scuotendo la (terribile) chioma bionda, «me la voglio ancora giocare. Anche se il tennis è un mondo egoista e in Italia non mi vedranno più». Mai mollare, in pratica...
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