Solo in Brasile la F1 è di... Massa

Penalità, errore al pit, ma l'ex della Rossa è più forte degli imprevisti: 3°. Duello triste Ferrari per il 6° posto

Solo in Brasile la F1 è di... Massa

Ancora doppietta über alles, quindicesima vittoria stagionale ed è record per lo squadrone teutonico come lo fu per la McLaren millenovecentottantotto e come accadde per le Ferrari schumacheriane del duemilaedue e duemilaequattro. Nelson Piquet, tre volte campione del mondo di una F1 desaparecida , sale sul podio di casa, a San Paolo, per premiare Rosberg vincitore ed Hamilton secondo e Massa terzo e la nostalgia diventa subito immensa e canaglia. Perché i record eguagliati dalla Mercedes fanno tornare prepotentemente a galla il ricordo di uno sport che non c'è più, abitato e reso grande da personaggi come lo stesso Nelson. Per capirlo basta osservare Nico che festeggia con il solito sguardo di plastica e non sembra certo Prost, non sembra Senna, non sembra nemmeno suo padre Keke. Anche Hamilton non gli è da meno, ha il muso, ce l'ha con il mondo, ma la sua rabbia è lontana anni luce da quella dei Mansell infuriati, dei Senna, dello stesso Piquet accanto a lui nel ruolo di gran cerimoniere ormai sessantenne.

Per fortuna sul podio c'è Felipe Massa che non ha certo il talento di Lewis, però di Nico sicuramente sì, e però è un ragazzo che con tutti i suoi limiti e le evidenti umanità, sa ancora scaldare la gente come facevano i grandi vecchi di questo sport. In fondo è lui il trionfatore morale di questo Gran premio vinto e dominato da altri. Lui paperino delle piste che a far tutto per bene, senza contare sui botti dei due «tedeschi», al massimo terzo sarebbe arrivato e questo ha ottenuto. Lui paperino che sul podio si batte il cuore davanti al pubblico, alla sua gente, nel romantico replay dello stesso gesto del 2008 quando vinse la corsa e per cinquecento metri fu campione del mondo e poi Hamilton gli tolse il titolo superando un imbambolato Glock su Toyota. Quel giorno davanti alla torcida Felipe disse con i gesti «vi ho dato tutto, ho vinto e dominato la corsa eppure ho perso». Stavolta ha detto le stesse cose, ma non ha perso nulla. Ha vinto. Molto meno, certo, ma paperino ha imparato da tempo ad accontentarsi. Tanto più che la proverbiale sfiga lo ha tallonato lungo tutta la corsa. Come quando «ho sbagliato con il limitatore» dirà «e mi sono ritrovato a 90 all'ora nella pit lane e ho frenato, ho preso 5 secondi di penalità e perso tempo e pensato addio podio»; o come quando «ho sbagliato la piazzola al pit stop e sono finito in quella prima, erano bianchi anche lì, era la McLaren, sarà stato il sole... e di nuovo addio podio e invece...».

Paperino Massa mattatore di un Gp senza storia, un paperino che Rosberg tira in ballo a fine gara chiedendogli maldestramente ed esplicitamente aiuto. «Ad Abu Dhabi ci saranno doppi punti, io vinco, lui fa secondo e con Lewis terzo il mondiale è mio...» fa notare il tedeschino. Ma paperino non ci sta, paperino è vecchia generazione, «io penserò solo a vincere o ad ottenere il massimo per me, perché mai nessuno mi ha aiutato... l'unico che avrebbe potuto farlo si chiama Glock e se ne guardò bene quel giorno del 2008...».

Mentre Nico cerca alleati, fischiano le orecchie dell'ombroso Hamilton. Perché Abu Dhabi è per lui un incubo, perché il vantaggio è ridotto a 17 punti e sa che Rosberg proverà il tutto per tutto, e perché il testacoda di ieri è già figlio della sua tensione «però se il 23 novembre andrà tutto secondo i piani» profetizza Lewis, «come è giusto che sia, io sarò campione e sarà il mio titolo più sudato, ottenuto al termine di una stagione piena di avversità». Come l'ultima, quella appena affrontata in gara, giro 52, il pit ritardato di due giri che gli fa sibilare «chiederò chiarimenti al team, perché avevamo deciso di fermarci al 50 visto che le gomme erano finite e invece mi hanno detto di continuare. Non ho proprio capito...».

Chi invece ha capito tutto è Kimi Raikkonen. Con Alonso partente la Ferrari sta cominciando a pensare di più a lui.

Questione di settaggi e messe a punto e avantreni e retrotreni. Miglior week end dell'anno per il gelido. E se non fosse stato per un pasticcio al box avrebbe chiuso davanti ad Alonso e sesto al posto suo. Sesto. Questa è la Ferrari.

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