Firenze - Ha confessato di pensare ogni tanto al lavoro quotidiano e che gli manca non poter correggere il giorno dopo l'errore di un giocatore. Ma da nove mesi Luciano Spalletti ha indossato la maglia azzurra da Ct e, di fatto, non l'ha mai tolta. Non era semplice entrare in corsa nel gruppo sorpreso dall'addio improvviso di Roberto Mancini, ma Spalletti si è calato nel ruolo con «elettricità, iniziativa, coraggio e tranquillità», citando il presidente Figc Gravina. E si è adeguato: visite alle società di serie A, visione degli allenamenti e di tante partite, colloqui con i giocatori anche a cena. Oltre che un attento studio del mondo di Coverciano e della Nazionale, con frequenti incontri nel centro tecnico fiorentino e in Federazione a Roma. Un sogno realizzato, si potrebbe dire, visto che a 11 anni dopo l'epico Italia-Germania 4-3 chiese alla mamma di cucirgli un bandierone tricolore.
Non potendo più allenare sul campo tutti i giorni, Spalletti si è poi affidato all'aiuto anche tecnologico: le immagini e lo studio degli allenamenti, come avviene nell'attività dei club; l'App per caricare le clip dedicate e assegnare i compiti a casa ai calciatori; il sistema tv a circuito chiuso e anche un drone per poter riprendere a Coverciano le esercitazioni tattiche, verificare la linea difensiva e le distanze dall'alto. Adesso prepara attentamente anche le conferenze stampa: non a caso ha ritardato di mezz'ora l'ultima.
«Ora viene il bello», fu il messaggio ai suoi giocatori dopo la gara contro l'Ucraina nello spogliatoio della BayArena di Leverkusen. L'Italia aveva appena staccato il pass per gli Europei che, vista la situazione, non era poi così scontato. In pochi allenamenti Lucio era riuscito a incidere in fretta, trasmettendo i suoi principi di calcio che lui definisce «fluido» o «liquido» e non è legato a un singolo schema. Dal sorteggio di Amburgo che ci ha regalato un girone non facile con Albania, Spagna e Croazia (in ordine di sfide), ha poi intensificato il lavoro. Tenendo sempre vivo il motto «orgogliosi di vestire la maglia azzurra». E nel primo giorno di ritiro ha ribadito ai suoi: «Dimostrate agli italiani di essere degni della fortuna che vi è toccata, combattiamo la noia di essere benestanti, togliamoci i vizi». Da qui l'invenzione della stanza dei giochi. Ieri allenamento con i giovani dell'Empoli, poi la grigliata con calciatori e staff mentre seguivano in tv la finale di Champions.
«Spalletti è l'uomo giusto per vincere, abbiamo un
grande allenatore che ha puntato tutto sul gruppo: lui riesce a farci sentire tutti importanti, insieme ci toglieremo grandi soddisfazioni», così capitan Donnarumma sempre difeso dal Ct che lo ha definito "il mio numero uno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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