Napoli. «Siamo più forti degli infortuni» dice Spalletti e il mantra di giornata somiglia più o meno a quello annunciato alla vigilia di Milano. Contro l'Inter è andata male, oggi contro la Lazio dell'ex Sarri il Napoli non può permettersi di fallire la terza partita consecutiva. Per giunta alla presenza di Diego: oggi nello stadio che porta il suo nome verrà scoperta la statua posizionata all'interno dell'impianto, alla presenza degli ex compagni di squadra, del presidente della Fifa Infantino e dell'Uefa, Ceferin, oltre alle massime istituzioni del nostro calcio.
Dunque, un match da non fallire e Spalletti lo sa bene. «La rosa che alleno è di un certo livello, anche quando nel recente passato abbiamo fatto i conti con gli infortuni, siamo riusciti comunque a raggiungere la vetta del campionato. È chiaro che da queste risposte, si darà un'impronta al cammino che vogliamo percorrere. Non dobbiamo dimostrare niente, né innervosirci, né avere situazioni da ribaltare. La soluzione è lavorare bene ogni giorno, come si sta facendo da mesi. Bisogna essere superiori a qualsiasi avversità«.
La sfida a una delle sette sorelle, insomma, avrà un peso specifico. «Sì, assume una particolare significato perché veniamo da 2-3 risultati che non sono stati quelli che avremmo voluto e perché l'avversario è del nostro livello». Fabian Ruiz e Insigne stanno bene, saranno disponibili, così come Demme, mentre «Ciro» Mertens dovrebbe sostituire Osimhen nel ruolo di centravanti.
«Victor è unico, possiede margini di miglioramento pazzeschi, ha tutto, deve soltanto affinare un po' la tecnica ma il tempo è dalla sua parte. Dries ha altre caratteristiche, tecnicamente non si discute, non sbaglia niente e se gli capita la palla giusta riesce a metterla dove vuole. Petagna è un giocatore ancora più diverso: siamo assortiti bene e si cerca di lavorare nel modo più sereno possibile».
Si gioca contro Sarri che è il grande ex. «Avversario tosto, difficile, capace come pochi a organizzare il gioco collettivo e qui a Napoli lo hanno visto tutti.
Stanno bene fisicamente e lo hanno dimostrato, sarà una partita vera, di livello». Per giunta, con una infinita motivazione in più di nome Maradona. «Non ho mai visto un vuoto così enorme, un senso così forte di solitudine come quelli lasciati da Diego a Napoli».
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