Il campionato è ancora lontano (appuntamento tra sabato 21 e domenica 22 agosto) ma qui, nel paese del dibattito eterno, è già cominciato il balletto delle percentuali per la riapertura degli stadi. Ha aperto le danze Paolo Dal Pino, presidente della Lega serie A, con la richiesta al governo di consentire l'accesso «al 100%», peraltro già avanzata dai singoli club, allo scopo dichiarato di centrare due obiettivi, dare una mano al paese nella corsa alla vaccinazione e cominciare a riparare gli enormi danni economici prodotti dalla pandemia. Dapalazzo Chigi è partita la contraerea: prima il sottosegretario alla salute Costa («col 48% di popolazione vaccinata non potremo aprire al 100% negli stadi»), poi Valentina Vezzali, sottosegretario allo sport («fare percentuali è un esercizio di pura retorica») hanno respinto al mittente la richiesta, presentata tra l'altro per mettere il silenziatore ai presidenti (De Laurentiis e Lotito) saliti sulle barricate e pronti a minacciare il rinvio del torneo di serie A. Sotto sotto, la decisione finale (apertura del 50% della capienza dei singoli stadi) che dovrà arrivare a stretto giro di decreto, costituirà la classica mediazione e consentirà a Dal Pino di riscuotere un parziale successo. Impensabile, con i numeri del contagio che hanno ripreso a correre, il successo completo. La scelta nel frattempo ha già prodotto qualche conseguenza sulla prossima stagione: non ci saranno più gli abbonamenti, sarà possibile solo acquistare biglietti grazie al green pass per evitare contenziosi con i rispettivi tifosi.
Nelle stesse ore la serie A si è riunita informalmente per ascoltare la relazione della Deloitte sull'impatto finanziario nell'eventualità (prevista per il 2024) di una riduzione dei club di serie A da 20 a 18. Detto brutalmente, immaginare che la platea possa decidere l'auto-riduzione con ricadute su serie B e Lega-pro, è come credere a Biancaneve! Nel concreto se ne discuterà anche lunedì prossimo e seguiranno colloqui personalizzati tra Deloitte e i singoli club. Evidenti gli obiettivi della riforma: distribuire più soldi ai 18, ridurre le date del calendario a favore di coppe e nazionali, tagliare le rose attuali. Nel frattempo, a tradimento, sullo Spezia si è abbattuto il fulmine di una squalifica della Fifa (blocco di 4 sezioni di calciomercato a partire da gennaio 2022 più una multa da 450 mila euro) per aver trattato calciatori nigeriani di età inferiore ai 18 anni, di fatto contravvenendo alle norme del calcio mondiale e a quelle nazionali sull'immigrazione. La beffa è che tali infrazioni sono state commesse dalla vecchia proprietà dello Spezia (presidenza Volpi) e per la lentezza della commissione disciplinare della Fifa sono finite sulle spalle del nuovo azionista americano, la famiglia Platek che a febbraio di quest'anno è arrivato nel calcio italiano. La giustizia sportiva - per risultare efficace - dev'essere anche meno lenta.
E a proposito di caos: per il caso dei rimborsi gonfiati, l'AIA ha sospeso l'arbitro Pasqua fino al 9 ottobre 2022 e La Penna fino al 9 luglio 2022. Fermati anche i fratelli Robilotta (9 luglio e 9 agosto 2022) e gli assistenti Fiorito (16 mesi), Del Giovane (9 giugno '22) e Tardino (9 febbraio 2023). Se la pena no nsarà ridotta in appello rischiano la radiazione.
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