La grande anomalia tecnica di questa discussa e disamorevole Formula 1 non è tanto la ridicola comunicazione a Rosberg, in difficoltà con il cambio, quanto lo stravolgente intervento dell'"uomo-radar" in favore della British-Mercedes, fin dalla fase di preparazione a un Gp d'Inghilterra a cui si è voluto dare una fisionomia di strapotere. Il ritornello, infatti, è sempre lo stesso: le graduatorie di qualifiche selvagge, senza misurazione dei 100 kg/h, sono lo specchio della corsa. E tutti i diagrammi hanno indicato una nuova spinta motoristica, inferta alle macchine di Hamilton, in prima istanza, e di Rosberg, in seconda battuta (ordini meccanici, anziché sportivi!). Proprio come se i rubinetti della potenza fossero stati ulteriormente spalancati, al suon di 10 cavalli per kg/h di portata. Non si spiega diversamente il vigoroso slancio del binomio Hamilton-Mercedes nei confronti delle Ferrari, sospinte all'indietro, dopo tanti progressi di motore, nelle percentuali di 1,62 e 1,80 %, che hanno potuto riflettersi, in misura larvatamente corretta, in un gran premio deprimente per la scuola tecnica di Maranello, dopo lo 0,24% toccato in Canada. Né può apparire plausibile una Rbr, con un motore Renault che quasi non si qualifica con la vettura ufficiale, che batte il Cavallino. Nessuno osi dire che Silverstone, nonostante le sue grandi esigenze telaistiche e di utilizzo-pneumatici, non sia una pista di motore, che oggi si riversa principalmente nella motricità, con l'ausilio dell'efficienza aerodinamica.
Unico piccolo neo di una Ferrari che non poteva perdere così tante posizioni, in termini motoristici, dacchè l'"uomo-radar" non fa mai la minima elargizione con il suo rubinetto, senza che i rigori dei consumi in gara possano ripristinare gli equilibri.
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