Esiste un oceano tra il Napoli sbandato del primo tempo e quello che firma la rimonta nella ripresa. Stanchezza e scelte sbagliate, quanto meno discutibili: sulle prevedibili difficoltà del Napoli, la Sampdoria costruisce mezza impresa. Più quadrata la formazione blucerchiata, forte della superiorità numerica a centrocampo, in mediana gli azzurri pagano pedaggio perché Fabian Ruiz si conferma in crisi, non garantisce cambi di velocità e non assolve bene alla fase difensiva.
Con due robuste linee piazzate dinanzi al proprio portiere, la Samp svolge alla perfezione l'unico compito possibile: togliere spazi e ritmo all'avversario, schizzare come schegge in contropiede. Infatti da una ripartenza nasce il vantaggio, opera di Jankto, con un potente sinistro e in beata solitudine. Di Lorenzo non è dove doveva essere, per giunta stanco e appannato. Come Insigne, in chiara flessione, come il poco lucido Mertens, come il troppo prevedibile Politano: si poteva provare con Petagna e Lozano, esclusi invece dalle scelte iniziali.
La controprova c'è: quattro cambi a inizio ripresa stravolgono il Napoli, Lozano su tutti. Pareggio, palo e assist del messicano, dalla panchina arriva anche il gol vittoria, è di Petagna il guizzo da tre punti.
Più vicini al tris gli azzurri che i genovesi al pareggio, segno evidente che dopo 45 minuti era tutto, o quasi, da rivedere. I cambi, ancora una volta, salvano Gattuso e il debutto in campionato dello stadio intitolato a Re Diego.
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