Tanta buona volontà ma troppi i concept solo per stupire

L'industria dell'automobile torna a Francoforte a due anni esatti dall'esplosione del Dieselgate

Tanta buona volontà ma troppi i concept solo per stupire

L'industria dell'automobile torna a Francoforte a due anni esatti dall'esplosione del Dieselgate e visitando gli immensi padiglioni della Fiera che ospita il Salone la prima impressione è che molto sia cambiato e che ormai il futuro dell'auto sia esclusivamente elettrico. Le concept car diventate ormai troppe e utilizzate più per i media che per il pubblico sono tutte elettriche pure o ibride plug-in: le prime sono a emissioni zero, mentre le seconde offrono un vantaggio molto limitato in termini di emissioni. In entrambi i casi si tratta di attaccarle a punti di ricarica (le cosiddette infrastrutture) che in gran parte d'Europa, fatta eccezione per alcuni virtuosi scandinavi che non hanno problemi di bilancio, sono merce rara.

Eppure, durante le conferenze stampa, si è parlato quasi soltanto di questo tipo di vetture che si moltiplicheranno vertiginosamente nei prossimi anni (Bmw ne potrà schierare nel 2025 addirittura venticinque, dodici delle quali tutte elettriche con autonomie che possono raggiungere i 600 km). Diversi top manager molti dei quali, in prima fila i ceo dei due gruppi tedeschi premium, hanno dovuto subire gli effetti del Dieselgate e hanno manifestato quello che possiamo chiamare educatamente «disappunto» verso chi ha provocato il tutto hanno però dichiarato che senza il diesel è impensabile rientrare nei parametri fissati dalla Ue per il 2020 e quelli successivi.

C'è sano pragmatismo in queste dichiarazioni sul futuro del gasolio che molti danno per morto. Un segnale arriva da Mercedes-Benz che potrebbe sfornare presto una ibrida con l'elettrico abbinato al diesel, soluzione (...)

(...) abbandonata dai pochi che l'avevano utilizzata. In casa Audi, anche se oscurate dai colorati concept Elaine e Aicon, sono state presentate A4 Avant e A5 Sportback in versione g-tron equipaggiate di un propulsore termico bifuel benzina/metano che sviluppa la considerevole potenza di 170 cv. Un brand premium che si inchina di fronte all'umile metano è un altro segnale che l'elettrico non è al momento la soluzione per far quadrare i conti delle emissioni.

Il mondo dell'auto è ormai spaccato in tre: Europa, Usa e Cina. Da noi la maggiore attenzione è concentrata sul CO2, negli Stati Uniti si preoccupano solo degli ossidi di azoto (vista la mole di anidride carbonica emessa dai V8 a benzina di Suv e pick-up), e in Cina potrebbe presto partire una campagna gigantesca di elettrificazione.

In attesa di vedere cosa accadrà sul fronte dell'alimentazione delle vetture, a Francoforte si è celebrato un altro momento di consacrazione di Suv e crossover, i re del mercato. Il design è sempre più decisivo per distinguersi in questa arena, ma il grande numero dei competitor, di tutte le taglie (preferita quella del segmento B) rende l'operazione sempre più difficile. E la guida autonoma? Se ne parla su tutti gli stand, ma per adesso si parla più di guida assistita e poi anche qui come per le elettriche - bisognerà aspettare le infrastrutture e le regole che consentano l'autonomous drive.

Nel frattempo, i sempre più numerosi dispositivi aumentano la sicurezza delle vetture.

Ma a Francoforte ci sono anche modelli che consentono di continuare a sognare, molto diversi ma entrambi iconici: la nuova Ferrari Portofino, cabriolet da 600 cv, e la Ford Mustang rinnovata e dotata di un poderoso V8 da 466 cv.

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