Una testata di Koulibaly tiene vivo il sogno La Juventus crolla al 90'

Sfida senza lampi per due tempi, poi il senegalese trova il colpo che riapre il campionato: azzurri a -1

Una testata di Koulibaly tiene vivo il sogno La Juventus crolla al 90'

nostro inviato a Torino

La verità scudetto è la testata di Koulibaly che punisce, in fondo a una partita giocata sul filo dell'equilibrio, una Signora troppo brutta che pensava di aver limitato i danni strappando un punticino al Napoli. Invece viene punita meritatamente e adesso ha davvero paura di cedere lo scettro alla grande rivale, che ora ha tutto l'entusiasmo dalla sua parte per giocarsi un campionato nel campionato, nelle ultime quattro partite. C'è ancora un punto a favore dei campioni d'Italia, ma tutto è girato dalla parte del Napoli che ha giocato e vinto con personalità a Torino, sfatando il tabù dello Stadium dove aveva sempre perso, consapevole di un'occasione che probabilmente non si sarebbe ripresentata per molto altro tempo. Interpretazione perfetta da parte della squadra di Maurizio Sarri, mentre la Juventus ha deluso ampiamente fermandosi praticamente al palo di Pjanic in avvio. Sembra di rivedere il film dello scudetto che la Juve vide annegare a Perugia dopo aver perso in casa lo scontro diretto con la Lazio, che la sorpassò all'ultima giornata. Qui invece il Napoli può già mettere la freccia nel prossimo turno, quando la Signora andrà a San Siro dall'Inter.

Sarri presenta il suo Napoli senza sorprese con capitan Hamsik al suo posto. Dall'altra parte, quella della capolista, a seguire il riscaldamento a bordo campo c'è anche John Elkann che parla fitto con il cugino Andrea Agnelli. Allegri alla fine sceglie Dybala ma non Mandzukic, per riproporre di fatto l'undici (Howedes per De Sciglio la differenza) che all'andata sbancò Napoli con Matuidi a spingersi nell'insolita posizione di esterno sinistro alto. Ma il progetto si complica subito perché Chiellini si fa male. Dentro Lichtsteiner e Howedes per la prima volta al centro della difesa. E che alla Signora non dica bene in questo periodo di rovesciate ecco anche il palo di Pjanic su una punizione deviata dalla barriera. E' il Napoli a fare la partita, con la Juventus a chiudere tutti gli spazi. Quando non ci riesce è per quel giochino di Sarri a sinistra come l'ha definito Allegri, che libera due volte Hamsik che una volta la mette a lato e l'altra obbliga Benatia a salvarsi in corner. La brillantezza è un'altra cosa, ma tra le due squadre quella che dà l'impressione di stare meglio fisicamente è il Napoli. E' una Signora senza trucco, sciatta, al galà dello scudetto. Anche lo Stadium si spazientisce all'ennesimo passaggio indietro, dimostrazione plastica di tutte le difficoltà. La Juve ha poco da Higuain, ancora meno da Dybala: un paio di serpentine il contributo alla causa della Joya. E infatti Allegri toglie il numero dieci nell'intervallo. Dentro Cuadrado e due ali al fianco del Pipita: così sembra una Juventus a immagine e somiglianza del Napoli. Quando scade l'ora di gioco, l'impressione è che sia il momento della verità. Sarri chiama Milik per l'inconcludente Mertens degli ultimi due mesi. Signora pasticciona, Napoli sornione. Le due filosofie opposte emergono clamorosamente: la fisicità bianconera e l'abuso di lanci lunghi, il palleggio e il gioco a terra degli azzurri. Allegri ci ha provato in tutti i modi: con la fantasia (Dybala), la velocità (Douglas Costa più Cuadrado) e la forza (Mandzukic), ma non ha prodotto un tiro in porta. Sarri ha seguito sempre e solo la solita via e ha impegnato Buffon dalla distanza fino alla testata di Koulibaly che fa esplodere lo spicchio di tifosi del Napoli, accende la notte di festa sotto il Vesuvio e soprattutto mette in ginocchio la Juventus.

Per il settimo scudetto serve un'impresa: vincerle tutte, comprese le trasferte con Inter e Roma.

Il Napoli sulle ali dell'entusiasmo e degli abbracci può realizzare l'impresa storica: mettere fine alla dittatura di una Signora stanca forse anche di se stessa.

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