Tifosi Napoli-Roma, un mese senza trasferte

Niente supporter giallorossi al "Maradona" il 29. La Dea e il precedente del 2014

Tifosi Napoli-Roma, un mese senza trasferte

Mentre il giudice ha già scarcerato i quattro arrestati in occasione dei recenti scontri sulla A1 tra i tifosi napoletani e romanisti, potrebbe essere definito oggi lo stop alle trasferte per i tifosi di Roma e Napoli, disposto per un «periodo di tempo ancora da stabilire». La decisione verrà presa dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, con un decreto ad hoc.

Il divieto potrebbe estendersi dunque a più di una partita, probabilmente per oltre un mese, ma forse anche di più. L'unico precedente di questo tipo, riguarda il provvedimento firmato nel 2014 dall'allora ministro Alfano, che vietò le trasferte ai tifosi dell'Atalanta per tre mesi, a seguito di gravi episodi di violenza.

A preoccupare i responsabili dell'ordine pubblico sono due possibili incroci pericolosi proposti dal calendario. Roma-Napoli di campionato si è già disputata, ma domenica 29 gennaio (alle 20,45), è in programma il ritorno al Maradona. Quindi, niente tifosi giallorossi, ma è impossibile escludere incontri ad alto rischio alimentati dal desiderio di vendetta, magari lontano dallo stadio. Una situazione delicatissima che potrebbe riproporsi nel giro di 72 ore se ci sarà un'altra sfida per i quarti di Coppa Italia. La squadra di Spalletti e quella di Mourinho sono infatti nella parte bassa del tabellone e l'eventuale confronto diretto si giocherebbe mercoledì 1 febbraio alle 18. Tre giorni dopo, appunto, la sfida di campionato.

Nei giorni scorsi lo stesso ministro Piantedosi aveva annunciato «decine di Daspo», una linea dura che però veniva nelle stesse ore depotenziata dai gip che non convalidavano l'arresto «in flagranza differita» notificati agli ultrà (tre romani e un napoletano) coinvolti negli incidenti. Una giornata di follia che domenica scorsa ha bloccato un tratto di A1 e seminato il panico nell'area di servizio Badia al Pino (Arezzo).

Nella Capitale il giudice non ha convalidato gli arresti dei tre romanisti presi a casa lunedì dalla Digos e tornati in libertà neanche 24 ore dopo; stessa linea decisa dal gip di Napoli per il quarto arrestato.

Ma che si sarebbe risolto tutto in un nulla di fatto si era capito dalla stessa richieste delle procure (arresti domiciliari), ma alla fine le misure adottate sono state ancor più brande: «Obbligo di firma e obbligo di dimora».

Tradotto: assoluta impunità. Unica «consolazione»: questa volta, negli scontri sulla A1, non ci sono stati morti o feriti. Ma «accontentarsi» di questo è solo ammettere la propria impotenza.

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