Il Toro si inchina due volte. Calha scatena le danze

Gesti da un trionfo: il turco voleva dare il rigore a Lautaro Inzaghi salta con i tifosi e poi lascia la scena allo staff

Il Toro si inchina due volte. Calha scatena le danze
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La lunga festa dell'Inter continua. Il Torino apre la domenica facendo da passerella ai campioni, prima e dopo il fischio iniziale dell'arbitra Ferrieri Caputi. Juric regge un tempo, in avvio di ripresa Tameze stende Mkhitaryan al limite dell'area, il Var suggerisce il rosso e da lì in poi il muro granata si sbriciola. Doppio Calhanoglu, prima di sinistro su imbeccata di Miki, poi su rigore, per netto fallo di Lovato su Thuram. Manca solo il gol di Lautaro, cui Calha offre di calciare dal dischetto per rompere il digiuno ormai di 2 mesi.

Il capitano ringrazia, ma rifiuta, così il cecchino turco è libero di segnare il 16esimo rigore sui 16 calciati in Serie A, il 14esimo sui 14 calciati con la maglia dell'Inter, segnando contemporaneamente il 13esimo gol del suo campionato. Un grande campionato, sia detto una volta di più. Da bersaglio degl'insulti di Ibra e dei milanisti a idolo di un popolo in festa. Sicuramente uno dei simboli dello scudetto, che però non perde l'equilibrio neanche nel momento dell'apoteosi («Starò tranquillo, non farò quello che gli altri hanno fatto a me»).

Nella domenica della festa, c'è anche un angolo speciale per Simone Inzaghi, al primo scudetto della carriera, ma al sesto trofeo in 3 anni di Inter. Durante la partita accoglie l'invito della Curva Nord (che lo scorso anno dopo Genova aveva smesso di intonare il coro col suo nome, ma ormai è acqua passata anche questa) e accenna un paio di saltelli davanti alla panchina. Poi, alla fine, cede spazio al microfono tv allo storico vice Massimiliano Farris, che spiega «Simone non è afono, non ha alcun problema: ha voluto che venissi io per dare anche me un po' di luce, in rappresentanza del suo staff». In mezzo, il gavettone dell'impavido Pavard che lo inzuppa di acqua fredda in una domenica dalla temperatura per nulla allineata al calendario, oltre al classico e reiterato lancio verso il cielo fatto dai giocatori, in segno di giubilo e ringraziamento al proprio allenatore. Povera schiena...

Anche stavolta, turnover la prossima volta. L'Inter va in campo con la squadra migliore possibile (fuori solo gl'infortunati Acerbi e Dimarco), poi solita girandola di cambi.

Il 2-0 finale rende davvero infinitesimali le speranze del Torino di giocare in Europa il prossimo anno, legate a una serie di coincidenze clamorose, cui nemmeno un supertifoso può sperare, mentre lascia aperta la rincorsa dell'Inter agli ultimi platonici traguardi di stagione. Clean sheet numero 18 per Sommer (più 2 di Audero), per complessivi 18 gol subiti (il record a 20 squadre è 20), quota 101 punti sempre raggiungibile (a 97 c'è il record nerazzurro di Mancini 2007).

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