Pogacar fa un gran polverone ma alla fine tutto resta come prima. Tanto, tantissimo spettacolo, che produce però quasi nulla in chiave classifica generale, che vede al comando sempre lo sloveno che va oggi al riposo con 33 di vantaggio su Evenepoel e 1'15 su Vingegaard. «Va bene così - ha spiegato lo sloveno in giallo -. La tappa era insidiosa e noi abbiamo provato a creare qualcosa di buono. Ne è venuta fuori una frazione molto combattuta, corsa a velocità folle (sul filo dei 46 km/h, ndc): penso che chi era davanti alla tivù si sia divertita. A me va bene anche così».
Bellissima tappa quella degli sterrati: 33 chilometri di ghiaino suddivisi in quattordici settori. Correre a ritmi folli sulla ghiaia non è sufficiente però a cambiare la classifica, così finisce con un chiaro pareggio fra i quattro tenori di questo Tour, anche se a rimanerci male e con un pugno di polvere in mano è proprio Taddeo, quello che su questo tipo di superficie è il più forte di tutti: tre allunghi portati che hanno solo messo in crisi Roglic (sempre in affanno) e costretto Vingegaard a difendersi mentre Evenepoel un po' ha giocato a rintuzzare gli attacchi dello sloveno, ma uno l'ha anche portato a 77 km dal traguardo.
Taddeo incanta per agonismo, ma forse è pure eccessivo: non è al Giro d'Italia dove il livello era chiaramente molto più basso, qui siamo al cospetto del meglio del ciclismo mondiale e forse un pizzico di strategia in più sarebbe consigliata, ma Pogacar lo conosciamo: è fatto così.
Ci prova una prima volta in discesa Taddeo, molto lontano dal traguardo. Ci prova più decisamente a una ventina di chilometri dal traguardo, nel quartultimo e terzultimo settore ghiaiato. Vingegaard, che corre in sella alla bici del compagno Tratnik dopo che un guaio meccanico mette fuori uso la sua, è bravissimo a rintuzzare tutto con grande padronanza.
Di tutti, infatti, il danese è quello che impressiona: nel difendersi da solo o scortato da Jorgenson, è semplicemente esemplare.
Ah, dimenticavamo, la tappa se la vanno a giocare in otto e la vince il più scaltro: Anthony Turgis, francese di trent'anni con buoni piazzamenti nelle classiche e un secondo posto alla Sanremo.Oggi primo giorno di riposo, poi si ripartirà martedì con la decima frazione, la Orleans-Saint Armand-Montrond di 187 chilometri, adatta alle ruote veloci.
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