Tre anni dopo tutti contro Marcell

Il fisioterapista Collio: «Perfezionati tre movimenti decisivi della corsa». E Chituru Ali...

Tre anni dopo tutti contro Marcell
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Tuta blu azzurro Italia, apparentemente tranquillo ma non lo si può essere davvero tre anni dopo l'oro dei 100 con gli occhi del mondo che ti guardano attraverso lenti doppie e triple perché in fondo pensano che tu non sia più quello del 2021 e che altri siano pronti a spodestarti. Marcell Jacobs fa del suo modo calmo di parlare la propria forza, l'ha detto anche l'altro giorno, «giovedì riposo», e poi venerdì il primo assaggio del «campo di riscaldamento dove ci prepareremo prima delle gare».

C'è ottimismo nello staff azzurro per la batteria di stamane, appuntamento alle 11,55, Stade de France, l'avventura che inizia, qualificazione diretta alle semifinali di domani per i migliori tre di ognuna delle otto batterie più tre ripescaggi. «La preparazione a Rieti è andata bene» spiega Simone Collio, ex sprinter con un personale di 10''06, tre olimpiadi alle spalle e un presente di fisioterapista fra i più ricercati dagli atleti di alto livello di tutto il mondo e infatti collaboratore stretto di coach Rana Reider, l'uomo a cui si è affidato Jacobs per tornare ad essere Jacobs. Dice: «Il lavoro che andava fatto per migliorare ogni fase di corsa di Marcell è stato portato a termine e il risultato è egregio. È riuscito a perfezionare i tre momenti, accelerazione, transizione e fly, la fase finale. Per cui la fase della transizione è a posto, la velocità acquisita riesce a non perderla, siamo soddisfatti».

Collio legge le batterie appena comunicate agli sprinter, Jacobs è in quinta, «non è andata male» l'analizza, «c'è il sudafricano Benjamin Richardson, un personale di 9''86, poi il nigeriano da dieci netti, è una batteria abbordabile e anche quella di Chituru Ali è alla portata. Perché il campione olimpico di Desenzano del Garda è da tenere d'occhio, ma pure il giovane gigante comasco, questione di laghi lombardi ma anche di due crono che in giugno ci fecero sognare: Jacobs primo in 992, Ali secondo in 996, vento regolare di +1.5, in fondo un replay a tempi accelerati dell'oro-argento agli Europei di Roma. «Sì, è una batteria buona anche quella di Chituru, certo, c'è il keniano Omanyala, favorito d'obbligo, 9''77, ma per il resto gli altri hanno crono sui 10 secondi».

Bene per i ragazzi, bene per cullare sogni di medaglia bis di Marcell e prima gloria di Chituru. Si vedrà. Anche perché l'altro giorno, appena arrivato a Parigi, Jacobs era stato chiaro sul fatto che «la semifinale sarà il momento più difficile di questa mia olimpiade, perché poi nella finale interverranno altri fattori, non solo quelli velocistici», mentre per superare la muraglia prima «dovrò vedermela con almeno quindici atleti con tempi da finale, però i posti sono solo otto». Fra questi ovviamente Noah Lyles con il suo 9'81 di Londra, un po' di mistero creato attorno a sé nell'ultimo avvicinamento ai Giochi, quasi avesse dei problemi fisici e «però l'ho visto allenarsi qui e mi sembrava tutto a posto» confida Collio. E come sta, invece, Marcell, la tecnica è migliorata, la fase debole, quei primi quindici metri l'ha detto lui, l'ha confermato Collio, sono stati aggiustati, ma la testa può fare brutti scherzi. Soprattutto con il peso dell'oro sulle spalle.

«L'ho visto in ottima forma, fisica e mentale, ha lavorato bene col mental coach, e poi essere il campione olimpico in carica non vuol dire solamente avvertire dello stress e della pressioni in più, significa anche avere dalla tua la consapevolezza che ti carica. Anche per questo lo vedo molto tranquillo e concentrato».

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