Tregua AdL-tifosi e torna Osimhen, ma il Napoli stecca

In vista del Milan nella ripresa ecco il nigeriano: per lui una traversa

Tregua AdL-tifosi e torna Osimhen, ma il Napoli stecca

Napoli. Braccino corto? Stanchezza? I dubbi che s'inseguono tolgono altri due punti verso il grande sogno, qualcosa non gira più da un mese a questa parte. Al netto di alibi e scusanti, in casa contro Lazio, Milan e Verona il Napoli è rimasto all'asciutto: un dato troppo evidente per ridurlo al discorso Champions.

Se è cattiva gestione o altro, lo sa soltanto Spalletti che ha visto suonare campanelli d'allarme già nel primo tempo. Discorso turnover a parte, un po' di cose non quadrano e fanno inquietare il tecnico che sbraccia e suggerisce dalla panchina ma i suoi non lo seguono. Le marcature a tutto campo del Verona, tolgono il respiro e gli spazi: passare centralmente non se ne parla proprio, bisognerebbe sfondare ai lati. Ma da una parte c'è Lozano che non garantisce spunti, sul lato opposto è un tantino più creativo Politano, però mancano superiorità e finalizzazione. Quasi ottanta per cento di possesso e mai al tiro dalle parti di Montipò, uno spreco di palloni piovuti in area veneta con poca logica visto che è Kim, un difensore, a far valere parzialmente i centimetri. Un sussulto l'autorete di Gaich, viziata da fuorigioco di Olivera: insufficiente a giustificare un primo tempo incolore. Ovvio che in partite bloccate del genere, regalare due elementi come Osimhen e Kvara equivale a privarsi di quasi tutte le potenzialità offensive, ma sono le idee che mancano negli ultimi venti metri e così la fase difensiva del Verona non registra cedimenti fino all'intervallo.

Cambia poco nella ripresa, salgono un tantino i ritmi da parte del Napoli, quello che manca è sempre il guizzo finale. C'è finalmente luce con l'ingresso dei titolari, forse tardivo: la qualità di Lobotka e di Zielinski fanno svoltare parzialmente la partita, nel senso che gli attacchi azzurri diventano più lucidi. E più pericolosi quando Spalletti concede un po' di minutaggio a Osimhen: con il centravanti è un'altra cosa, cadono dalle sue parti un paio di palloni giocabili e lui li sfrutta alla sua maniera. Prima servendo un prezioso assist a Lobotka che il regista non finalizza, poi catturando un pallone vagante che fa solo tremare la traversa.

Non

può niente nemmeno il Maradona, tornato a tifare compatto: la pace fatta prima del match tra ultrà e De Laurentiis è solo coreografia. Per il Verona è solo rabbia la chance divorata al 91' da Ngonge: sarebbe stato troppo.

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