Meglio di CR7 e Lewandowski, mica due attaccanti qualsiasi. Come Gonzalo Higuain, la cui impresa di quattro anni fa sembrava difficile da ripetere. Ciro Immobile cala il suo personale «triplete» e lo fa sullo stesso palcoscenico del «Pipita» allo stadio San Paolo di Napoli, a poco più di trenta chilometri da dove è nato e cresciuto. Lì aveva visto con il papà, da tifoso, gli azzurri in serie C. Titolo di bomber della serie A che si era già preso con la maglia del Toro nel 2014 e sempre con quella della Lazio nel 2018 in coabitazione con Icardi, all'epoca interista; Scarpa d'Oro di miglior cannoniere dei campionati europei (terzo italiano a vincerla dopo Luca Toni nel 2006 e Francesco Totti la stagione successiva); primato di gol in una stagione - 36 - alla pari dell'argentino.
A voler cercare il pelo nell'uovo, è mancata solo la ciliegina: quello scudetto che la Lazio aveva «annusato» prima che il virus bloccasse l'esaltante cavalcata della truppa di Simone Inzaghi (che ieri ha battuto Dino Zoff per il numero di partite sulla panchina biancoceleste, sono 203). E che fosse un anno magico Immobile lo aveva capito prima del calcio d'inizio del torneo: poco dopo Ferragosto aveva annunciato l'arrivo del terzogenito Mattia. Una carica in più per riscattare una stagione, quella precedente, meno brillante per lui e per la Lazio. L'inizio non è dei migliori: due sconfitte in 5 gare ma quattro gol per Immobile. E dopo il ko in casa dell'Inter, la striscia di 21 risultati utili di fila con 23 gol di Ciro. Che al giro di boa era già in fuga tra i bomber.
Nemmeno il tempo di festeggiare i suoi 30 anni con un party insieme a compagni di squadra e staff tecnico che il lockdown ferma il campionato e la marcia della Lazio, a -1 dalla Juve. Immobile (molto attivo sui social insieme alla moglie Jessica) regala qualche video divertente tra giochi con i figli e preparazioni culinarie da chef «navigato». La ripresa avviene a Bergamo, nella città più colpita dal Covid: ko subito in rimonta e la sensazione che le energie della squadra siano ormai limitate. Ciro si sblocca nelle due gare successive, ne salta una per squalifica, poi appare stanco e poco lucido. Almeno fino alle ultime due settimane e alla notte dello Stadium di Torino, quella che doveva essere la sfida scudetto. Sette reti di fila, con la tripletta al Verona e record di Higuain eguagliato. Tare e Lotito pensano al rinnovo a vita: ingaggio da 4,5 milioni senza bonus, oggi con l'obiettivo Champions raggiunto ne guadagnerà 3,7 più bonus grazie a una clausola nel contratto del 2018.
Peccato che la Lazio non onori la notte storica di Ciro: sconfitta per 3-1 contro il Napoli (con Insigne che si infortuna gravemente nel finale) e solo 4° posto in classifica.
Se i partenopei e la Roma dovessere vincere rispettivamente Champions ed Europa League, la truppa di Inzaghi perderebbe il palcoscenico europeo più importante. Sarebbe una beffa e uno sgarbo a Ciro, ma l'affascinante ipotesi appare inverosimile. Anche nello strano calcio del dopo virus...
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