Ucraina, Taison come Balotelli: scaglia il pallone verso i razzisti e viene espulso

Il brasiliano prima mostra il dito medio poi scaglia il pallone verso il settore da cui provenivano gli insulti. L'arbitro l'ha espulso

Ucraina, Taison come Balotelli: scaglia il pallone verso i razzisti e viene espulso

Un altro caso di razzismo scuote il calcio internazionale, il brasiliano Taison dello Shakhtar Donetsk reagisce agli insulti dei tifosi avversari e poi viene espulso dall'arbitro.

Una scena che in Italia abbiamo visto solo una settimana fa, con Mario Balotelli che si ribella agli ululati razzisti di alcuni tifosi dell'Hellas Verona e scaglia il pallone in curva. La stessa identica cosa è successa in Ucraina durante il big match della 14esima giornata di campionato Shakhtar Donetsk-Dinamo Kiev. Al minuto 74, Taison ha reagito ai buu razzisti dei tifosi avversari. Prima gli ha mostrato il dito medio, poi ha scagliato il pallone verso il settore da cui provenivano gli insulti, proprio come aveva fatto Super Mario a Verona. Dopo di cui avviene qualcosa di inaspettato: l'arbitro l'ha espulso. A quel punto il brasiliano - insieme al compagno di squadra Dentinho - è scoppiato in lacrime mentre si avviava verso gli spogliatoi e il direttore di gara sospendeva la partita. Visto l'accaduto i giocatori della Dinamo Kiev si sono dimostrati subito solidali con i loro colleghi, cerando di calmare gli animi ma non è stato per niente facile. Le immagini hanno fatto ovviamente subito il giro del mondo.

Il gruppo Football Against Racism in Europe ha sottolineato su Twitter che Taison e il connazionale Dentinho - anche lui oggetto di ululati razzisti da parte dei tifosi della Dinamo e arrabbiatissimo al momento dell'uscita dal campo- avevano riferito degli insulti all'arbitro, che ha chiesto di fare un annuncio all'altoparlante dello stadio. Seguendo il protocollo Uefa, il direttore di gara ha poi portato i giocatori nello spogliatoio per cinque minuti, prima di far riprendere la partita, vinta 1-0 dallo Shakhtar. Il terzo punto del protocollo sarebbe stato l'interruzione definitiva del match, "non attivato mentre la vittima del razzismo è stata espulsa", sottolinea il tweet ricordando pure che i fan della Dinamo hanno anche boicottato una campagna del club affiggendo manifesti con la frase "Mi piace il razzismo".

Alla fine dell'incontro, lo Shakhtar Donetsk ha chiesto sanzioni severe: "L'FC Shakhtar si oppone categoricamente a qualsiasi manifestazione e forma di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e qualsiasi intolleranza correlata. Non ci può essere giustificazione per coloro che insultano altre persone a causa del loro colore della pelle, delle loro credenze religiose o politiche. Questo tipo di comportamento è inaccettabile in tutti i paesi civili e in ogni lega calcistica. L'Uefa impone le sanzioni più severe ai club e alle federazioni per il comportamento razzista dei tifosi. Tali episodi umilianti causano dolore e delusione alla grande famiglia calcistica dell'FC Shakhtar. Condanniamo questo tipo di comportamento del pubblico, esprimeremo sempre il supporto e proteggeremo i nostri giocatori.

Chiediamo alle autorità e ai club di fermare il razzismo negli stadi''. Non si è fatta attendere la condanna della Dinamo Kiev con il messaggio su Twitter: ''Il calcio non è un luogo di razzismo #NoToRacism''.

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