Unai Simon, l'eroe che non ti aspetti con il marchio di fabbrica basco

Da riserva di Kepa e De Gea a protagonista assoluto. Il portiere nel solco della tradizione dei numeri uno indipendentisti

Unai Simon, l'eroe che non ti aspetti con il marchio di fabbrica basco

Gira e rigira, la Spagna per il ruolo del portiere è dovuta tornare a Canossa. O meglio, ai Paesi Baschi, la regione che forse sente meno il concetto di attaccamento alla patria, ma che ha una tradizione di numeri uno che regge il confronto persino con la nostra. Talmente prolifica che in alcune stagioni passate della Liga più della metà delle squadre aveva un portiere euskaldun.

Unai Simon è solo l'ultimo della serie, ma per lunghissimo tempo la litania di ogni formazione della Spagna cominciava con un cognome basco. Iribar (il più amato nella zona, grande amico di Dino Zoff), Arconada (quello della papera nella finale dell'Europeo 1984 su punizione di Platini) o Zubizarreta: come una staffetta per 34 anni l'estremo difensore proveniva dall'Athletic Bilbao o dalla Real Sociedad, anche se l'ultimo dei tre citati aveva trovato gloria soprattutto al Barcellona. Persino il loro successore, Casillas, pur essendo di Madrid, ha un nome basco, forse il più basco di tutti, come potrebbe essere Salvatore a Napoli: Iker. Questo perché suo padre, che lavorava a Bilbao come poliziotto nella Guardia Civil, aveva voluto omaggiare la terra che così bene l'aveva accolto.

Adesso, però, Luis Enrique si gode Unai Simon, diventato titolare sicuramente per bravura e anche per una serie di circostanze fortuite, a partire dal suo stesso club, l'Athletic Bilbao. I Leones, infatti, avevano puntato tutto su Kepa Arrizabalaga, ennesimo prodotto del loro vivaio, prima che arrivasse il Chelsea con un assegno da 80 milioni di euro. Che hanno fatto allora a Bilbao? Semplice, hanno promosso dalle giovanili Unai: una stagione di apprendistato e poi via, titolare. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Simon è diventato uno dei migliori portieri della Liga, entrando subito nel giro della Nazionale, dove il problema tra i pali stava diventando insostenibile: da un lato Kepa, che invece aveva perso il posto al Chelsea, e dall'altro De Gea, contro cui ogni tiro letteralmente diventava un gol, come all'Europeo del 2016 o al Mondiale del 2018.

Non appena Simon ha accumulato sufficiente esperienza per ambire anche alla porta della Spagna, Luis Enrique l'ha messo titolare. E fin qua ha avuto ragione lui, nonostante lo svarione contro la Croazia, perché Unai sia nella stessa partita che con la Svizzera ha sfoderato parate da fenomeno.

Ragazzo con la testa sulle spalle, è un caso rarissimo in Spagna di calciatore senza clausola di rescissione, ovvero il prezzo minimo da

pagare stabilito per ogni professionista. Unai non ce l'ha perché è molto legato all''Athletic, con cui ha un contratto fino al 2025. La Nazionale di contratti non ne fa, ma spera di tenerselo stretto ancora più a lungo.

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