Il Var che ribalta le Olimpiadi, i 3 podi di Hassan in 7 giorni

Diario a 5 cerchi: il bilancio delle Olimpiadi 2024 a Parigi

Il Var che ribalta le Olimpiadi, i 3 podi di Hassan in 7 giorni
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Forse era Bacco, o forse l'Ultima Cena. Forse era un uomo, ma ha vinto come donna. Forse era solo sport, ma in fondo non lo è mai, soprattutto quando entrano in scena le Olimpiadi e il mondo trova una vetrina dove far parlare di sé. Sedici giorni dopo, in realtà diciotto visto che i giochi ormai cominciano sempre prima dei Giochi, restano fotografie di qualcosa che non riesce mai a trovare un minimo paragone. E non è un caso che tra i Cinque Cerchi il Dio calcio sia invece figlio di un dio minore, l'unico sport dove chi perde una finale si toglie la medaglia dal collo perché si sente sconfitto.

Immagini, invece. Alcune bizzarre, alcune diventate simbolo, alcune incredibili se voi mai avreste pensato di vedere atleti a 16mila chilometri dalla sede centrale partecipare a una disciplina sfidando le onde, la gravità e pure una balena. È surf, ragazzi. È la Grandeur, sicuro, che ai parigini piace tanto sbandierare, ma che dire allora di Sergio Mattarella - un capo dello Stato - spettinato e bagnato per salutare la barca azzurra che va, senza che nessuno gli avesse messo un tetto in testa? Ci sono state, insomma, istantanee un po' sfuocate, ci sono state mancanze parbleu le President! E se le polemiche, quelle sportive, sono parte del programma, e d'altronde sono state le prime Olimpiadi del Var (ma si può avere degli arbitri così, però?), quelle politiche fanno parte della Storia, e le Macroniadi non han fatto difetto.

E dunque, le Olimpiadi senza Russia sono state un duello da guerra fredda, Cina contro America che di soppiatto si stanno spartendo il mondo libero giocandoselo con una palata di medaglie (alla fine gli ori pari sono, grazie alle ragazze del basket). E poi appunto le questioni di genere incerto, quelle di inclusione, la parità uomo-donna che poi è meglio visto come sanno vincere le signore. È stata poi l'Olimpiade della Senna, purificata a colpi di miliardi e di marketing, ma poi in realtà il posto più assurdo dove organizzare una cerimonia d'apertura e, soprattutto, delle gare di nuoto. È stata l'Olimpiade di Imane Khelif, vincitrice o vincitore a secondo di chi guarda, nell'ultima recita di un pugilato ormai finito ko per colpa di se stesso. Non è stata l'Olimpiade di Gianmarco Tamberi, resuscitato eroicamente da un lettino di ospedale ma capace di farci capire che nella vita è tutto un hic et nunc (Velasco dixit), non basta programmarsi per quattro anni per avere la sicurezza del risultato. È stata l'Olimpiade di Hassan e Djokovic, che hanno chiuso entrambi il proprio cerchio personale: maratona dopo 5 e 10mila il primo, Grande Slam della carriera il secondo. È stata anche l'Olimpiade dell'assurdo, diciamolo, se un'azione di attacco di una squadra di pallanuoto finisce per essere un rigore contro (e no, questa volta la protesta della Nazionale Italiana non era contro lo spirito olimpico, ma semmai la decisione). Però, in fondo, che bello tutto: fa parte del gioco, appunto, e dei Giochi. Anche chi ciurla un po' nel manico come Armand Duplantis, il giocoliere dell'asta che batte i suoi record un centimetro alla volta perché ogni volta sono soldoni dagli sponsor, ma nessuno potrà essere così impagabile come avere il tuo eroe, Sergej Bubka, che ti mette la medaglia al collo.

Insomma: Parigi è stata grande, nonostante tutto, e le foto che vedete in queste pagine sono solo una piccola parte di quello che un'Olimpiade finisce per regalare.

A Tokyo l'immagine vera fu quelle delle mascherine per il Covid, la Francia ha ridato libertà, fraternità e uguaglianza allo sport. Ci mancherà insomma, e da domani ricomincia a rotolare il pallone. Via le medaglie dal collo, l'importante non sarà più partecipare.

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