Verdi, il gran rifiuto alla corte del Napoli

"Non voglio lasciare il Bologna a metà stagione...". E rinuncia all'ingaggio triplicato

Verdi, il gran rifiuto alla corte del Napoli

Difficile dire di no a una big del nostro calcio, specie per chi è in rampa di lancio per una carriera che si preannuncia promettente. Ecco perchè il rifiuto di Simone Verdi al Napoli ha sorpreso molto, scrivendo un finale diverso a uno degli affari più attesi del mercato di gennaio. Il centrocampista di Broni ha scelto di rimanere al Bologna, una scelta di vita rispettabile e solo il tempo dirà se è giusta o sbagliata. «Non è un no al Napoli e ai napoletani, non volevo lasciare gli emiliani a gennaio perchè avevo preso un impegno con la società - così il calciatore già entrato con l'ex ct Ventura nel giro della Nazionale e che dal club di De Laurentiis avrebbe ricevuto un contratto quinquennale con un ingaggio triplicato rispetto a quello attuale -. L'offerta è stata importante, mi ha lusingato, è normale avere tentennamenti ma poi sono tornato sui miei passi. So di non aver preso un treno importante, ma ho fatto la mia scelta con grande serenità, non avevo intenzione di interrompere il mio percorso di crescita».

La storia del football nostrano è piena di episodi simili. Di piccoli o grandi rifiuti che hanno riguardato giocatori importanti. Gigi Riva disse no alla Juve e rimase a Cagliari diventando il beniamino della tifoseria rossoblu. Celebri anche i recenti no alla Vecchia Signora di Hamsik, Di Natale e Berardi (l'attaccante del Sassuolo temeva forse una prolungata presenza in panchina). E come non dimenticare quello di Paolo Rossi al Napoli, che nel 1979 venne ritenuto poco competitivo dal futuro bomber del Mundial spagnolo, poi approdato in bianconero. Nel 1988 fu Gianluca Vialli a rifutare il Milan e restare alla Samp dove poi vinse lo scudetto, mentre nel 1995 Roberto Baggio fece saltare l'affare tra Juve e Inter e finì in rossonero; sei anni dopo i gioielli della Fiorentina Rui Costa e Toldo dissero di no al Parma di Tanzi preferendo le due squadre milanesi; inutile la corte di Mourinho che nel forgiare l'Inter del Triplete voleva Pavel Nedved che fece pesare la sua militanza bianconera; celebre, poi, la mancata firma di Kakà con il Manchester City che fece implodere un affare da 130 milioni di euro per il Milan.

Il no più fragoroso di questa sessione invernale è arrivato nella notte tra lunedì e martedì, quando il Bologna e gli agenti del giocatore erano già d'accordo su tutto per il trasferimento del centrocampista. Durante la lunga chiacchierata telefonica tra il ds del Napoli Giuntoli e Verdi, l'attaccante del Bologna ha spiegato i motivi del rifiuto alla sua offerta: non se l'è sentita di lasciare il club emiliano dove è un vero leader per iniziare la nuova avventura senza avere la certezza di poter giocare con continuità. Verdi è rimasto dunque sulle posizioni di un mese fa e ha confermato la volontà di non cambiare in corso d'opera, nonostante il pressing di Sarri che lo aveva avuto a Empoli e lo riteneva la soluzione giusta per rinforzare il reparto offensivo. Insomma, la prima opzione dopo il tridente dei piccoletti.

Il Napoli deve così rimodulare la sua strategia, i bene informati dicono che De Laurentiis non abbia gradito il rifiuto di Verdi che ora non vorrebbe nemmeno a giugno. Deulofeu, che non convince il tecnico, e Politano, che il Sassuolo ritiene incedibile, restano nei radar del club, ma non rappresentano delle prime alternative. Ci sono stati dei sondaggi per Lucas Moura del Psg che il Napoli prenderebbe in prestito con diritto di riscatto: trattativa non semplice per l'ingaggio alto del brasiliano che ha estimatori anche in Premier League.

Sturridge è un'altra pista last minute e torna d'attualità pure Younes, il tedesco dell'Ajax già prenotato per giugno che potrebbe anticipare l'arrivo con un indennizzo ai lancieri olandesi. Di sicuro De Laurentiis dovrà accettare una sceneggiatura diversa da quella che avrebbe voluto produrre...

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