Il disegno della Vuelta di quest'anno è davvero intrigante, con pochissime giornate che si possono definire veramente tranquille. Nella frazione di oggi i Gpm sono solo due, ma fra dentelli e strappetti vari arriviamo a quasi una decina di asperità che movimentano il profilo, relegando la pianura ai primi 30 chilometri di gara. Superato il tratto iniziale, si comincia a salire sull'Alto de Illora, 3° categoria, 6 km dalle pendenze non eccessivamente dure e abbastanza regolari. Da qui in avanti sarà un saliscendi continuo e la sensazione simile alla navigazione in mare mosso.
Le strade sono spesso strette e insidiose, terreno favorevole alle fughe. Al km 76, poco prima della zona rifornimento, i corridori troveranno il primo sprint intermedio, ad Alcalà la Real. Dopo altri tre dentelli, e relative discese, avrà inizio il secondo Gpm, un po' più impegnativo del precedente. Da segnalare la presenza, dopo i primi tre chilometri di salita, del secondo sprint intermedio: siamo già ad Alcaudete, dove si concluderà poi la tappa. Il secondo Gpm è l'Alto Ahillo, una dozzina di chilometri che vanno su a strappi, alternando passaggi duri ad altri più gentili. È situato troppo lontano dal traguardo - quasi 40 km - per essere decisivo e per la stessa ragione difficilmente invoglierà i big a muoversi in prima persona. Dopo lo scollinamento, il menu non cambia: sempre su e giù per le colline disseminate intorno ad Alcaudete, sino al traguardo. Vista la zona, c'era poca scelta: o si arriva in salita o si arriva in discesa. Gli organizzatori hanno puntato sulla prima opzione, e quindi allo striscione di arrivo si giungerà dopo circa 5 km all'insù. Non è una salita durissima, la pendenza si attesta intorno al 5%, e servirà soprattutto potenza per riuscire a spuntarla. Un'insidia in più è rappresentata dalla strada stretta, che ridurrà ulteriormente i margini di errore.
In gergo ciclistico una tappa del genere viene definita "mangia e bevi" e non è semplice da interpretare. Sulla carta sembra il giorno giusto per la fuga, soprattutto se sarà composta da un buon numero di corridori. Proprio per via del profilo, sarà una frazione molto difficile da tenere sotto controllo per le squadre e solo uno sforzo congiunto di più team potrebbe riuscirci. In caso di gruppetto compatto nel finale, poi, gli ultimi chilometri si prestano a scatti ed accelerazioni. Corsa viva fino alla fine, insomma.
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