Fatica, sudore, tenacia e determinazione. Sono questi alcuni dei significati che si dà alla parola resilienza e Carlotta Gilli, classe 2001 da Moncalieri, ne è una fedele sostenitrice. L'Italia delle Paralimpiadi ha nel "nuoto-centrismo" una caratteristica peculiare. Dodici delle tredici medaglie ottenute sono griffate dalla piscina divisa in corsie e il computo di 4 ori, 5 argenti e 3 bronzi in tre giorni di gare parla chiaro di quale spessore siano state le prestazioni degli azzurri.
Di questa "armata natatoria" Gilli è la condottiera, animata da orgoglio e tanta qualità. Presentatasi a questa competizione con qualcosa come 17 ori tra Mondiali ed Europei, il sogno era quello di dimostrare il proprio valore in un contesto ancor più importante e competitivo. Alla fine della fiera, tre finali disputate (100 farfalla S13, 100 dorso S13 e 400 stile libero S13) e un oro e due argenti in bacheca. È lei l'azzurra che ha vinto più singolarmente e può sorridere delle fatiche accumulate in vasca: «Lo sport è una filosofia di vita, un modo di vivere che dura tutta la giornata, non solo nelle due o quattro ore di allenamento quotidiane». L'azzurra racconta così il suo darsi in piscina, ispirandosi a grandi campioni come Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri che del non arrendersi mai hanno fatto un tratto caratterizzante.
"Wonder Gilli", come la chiamano i ragazzi del gruppo italiano, ha voglia di esprimere se stessa, sentendosi libera nel suo modo di nuotare. Lei, affetta dalla Malattia di Stargardt (forma di distrofia ereditaria della macula), deve convivere con una vista il cui valore segna solo 1/10 e per lei le sfide da vincere sono quelle di tutti giorni. Per questo anche affrontare una gara non sua, come i 400 stile libero, è frutto di quel modo di affrontare la quotidianità sempre all'attacco, senza mai tirarsi indietro. «Se mi avessero mai detto che avrei vinto questo argento non ci avrei mai e poi mai creduto. È stata una gara molto importante gestita più di testa che di fisico». Già la mente, lei che con la stessa grinta si dedica agli studi di psicologia, volendo entrare in Polizia e svolgere quelle mansioni legate alla sua laurea. Ne ha di obiettivi la ventenne piemontese e farà fatica ad addormentarsi per le emozioni, ma i sogni in queste Paralimpiadi ancora non sono finiti.
50 stile libero, 100 rana S13 e 200 misti SM13 l'attendono e la voglia è ancora quella di essere nel gotha per scrivere un nuovo capitolo di storia in questi Giochi e godersi la competizione fino in fondo.La terza giornata delle Paralimpiadi ha regalato anche lo storico bronzo nell'equitazione con Sara Morganti nel paradressage grado I in sella a Royal Delight.
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