Spunta la «laurea» di Renzo: presa in un anno in Albania

MilanoFulmine d’un Trota. Dopo quintali di ironie sul suo accidentato percorso scolastico, arriva il tempo delle rivincite. Lui, Renzo Bossi - il figlio del Senatùr finito nella bufera che ha travolto il Carroccio e la «Family» - per superare la maturità ci ha aveva messo tre anni. Tempo perso e tempo recuperato, che glien’è bastato uno per diventare dottore in Economia aziendale. Quasi un cervello in fuga. Perché per infilare 29 esami in dodici mesi, il giovane Bossi ha dovuto lasciare gli ostici atenei della Padania, e trasferirsi sull’altra sponda dell’Adriatico. All’Università «Kristal». A Tirana. In Albania.
Eccolo, dunque, il «pezzo di carta». L’hanno trovato i carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Milano nella cassaforte romana di Francesco Belsito, l’ex tesoriere del Carroccio. Lo stesso scrigno che conteneva la cartelletta «The Family», con tutte le spese sostenute da via Bellerio per Umberto Bossi, la moglie Manuela Marrone e i figli. Il sospetto, a questo punto, è che anche il corso di «primo livello» alla «Kristal» di Tirana sia stato foraggiato con i soldi dei rimborsi elettorali e dei militanti. Niente di illegale, in sé, una laurea presa in Albania. Però qualcosa non torna. E non si tratta solo di capire chi abbia pagato per quel diploma. Stupisce la rapidità con cui il Trota ha superato un esame via l’altro. Renzo Bossi, infatti, prende la maturità (al terzo tentativo) nel luglio del 2009, quando ha 21 anni. Poi si scrive all’università di Tirana, matricola «482». Il certificato di laurea dell’ateneo albanese, però, porta la data del «29 settembre 2010» per il conseguimento, e quella dell’«8 ottobre 2010» per la consegna dell’attestato. Insomma, qualcosa come 15 mesi (vacanze estive incluse), quando quel corso di primo livello - lo si può leggere sul sito web della «Kristal», fondata nel 2005 con autorizzazione del ministero dell’Istruzione albanese, e con proposte formative che vanno dall’odontoiatria alla Business administration - è di durata triennale. Eppure, in poco tempo il giovane Renzo passa 29 esami, acquisendo «180 crediti». Da «macroeconomia» a «statistica», da «contabilità finanziaria» a «strategie manageriali», non c’è prova che il Trota non superi brillantemente. Fatto un esame, avanti con il successivo.
Ma, si scopre ancora, Bossi junior non è il solo che lascia le valli di Gemonio per studiare all’estero. Sempre in Albania - e anche questa volta alla «Kristal» - il 29 giugno del 2011 diventa dottore in Sociologia Pierangelo Moscagiuro, guardia del corpo della vicepresidente del Senato Rosi Mauro, ormai ex pasionaria leghista espulsa dal partito così come Francesco Belsito e il senatore Piergiorgio Stiffoni. Chi più chi meno, tutti sospettati di aver pescato dalle casse di via Bellerio per le proprie spese personali. Ma qualcuno, anche pluri-laureato. Perché «Piermosca» - aveva raccontato ai pm la segretaria amministrativa della Lega Nadia Dagrada - avrebbe ricevuto qualcosa come 130mila euro per un mutuo e un diploma in Svizzera, mentre il Trota si era iscritto a un’università privata di Londra. Anche in questo caso - sospettano i pm milanesi - spesata dal partito.
Ma a essere finite nel mirino dei magistrati ci sono ben altre spese. Niente a che fare con le multe di Renzo Bossi o il dentista del Senatùr, spiccioli a confronto delle montagne di denaro transitate nei conti della Lega: 18 milioni di rimborsi elettorali nel 2011, su bilanci considerati truccati.

O ancora, i 4-6 milioni versati da Palazzo Madama sul conto del gruppo della Lega in Senato, e dal quale Stiffoni avrebbe «prelevato» fino a 500mila euro per operazioni private. Il costo per il cursus honorum del Trota, a confronto, è poco più che rompere il salvadanio.

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