Spunta Sgarbi alla Cultura. L'esercito dei non eletti in attesa del toto giunta

Matteo Forte lascia il Comune, al suo posto Padalino. E Noja lo cede al coordinatore di Italia Viva

Spunta Sgarbi alla Cultura. L'esercito dei non eletti  in attesa del toto giunta

L'«uragano» Sgarbi travolge anche Palazzo Lombardia. Il sottosegretario alla Cultura eletto nella lista Noi Moderati-Rinascimento Sgarbi a Milano con 873 voti fino alla vigilia aveva assicurato che si sarebbe dimesso. Ma ieri in un'intervista al Corriere ha frenato («è tutto da vedere, sono voti miei»), deludendo il primo dei non eletti, Nicolas Gallizzi, e ora il nome di Vittorio Sgarbi entra addirittura nel toto-assessori, ovviamente per la Cultura. Aprendo un dilemma tra i centristi che finora erano intenzionati a recuperare l'ex assessore all'Ambiente Raffaele Cattaneo che non è stato eletto nè a Milano nè a Varese. «Sgarbi è un nome molto autorevole - premette il coordinatore regionale di Noi Moderati, Alessandro Colucci - e rivendichiamo sicuramente un posto in giunta. Ma di nomi non abbiamo ancora parlato. E non si può non tenere conto dell'ottimo lavoro svolto da Cattaneo in giunta».

Per ora tutto il risiko della giunta (compresa l'opzione di un assessorato o solo un posto da sottosegretario per i centristi) è legato alla casella pesante del Welfare. Sciolto il nodo - se FdI cederà sulla conferma di Guido Bertolaso come chiede Fontana o punterà i piedi per metterci il deputato Carlo Maccari - si potranno dividere poltrone e deleghe. Sulla carta si parla di 7/8 assessori a FdI, che prenota la vicepresidenza per Romano La Russa, 5 alla Lega, due a Forza Italia e uno o due alla lista Fontana (uno o un sottosegretario ai centristi). Ci sono quindi parecchi nomi nel limbo, sia in Regione che in Comune, è la categoria «primi dei non eletti». Marco Bestetti è il primo escludo di Fdi a Milano ma non avrà problemi a entrare visto che tra gli eletti ci sono Marco Alparone, Christian Garavaglia e Chiara Valcepina in aria di promozione. Possono sperare anche Maira Cacucci e Enrico Marcora, gli altri esclusi. Bestetti resterà anche in Consiglio comunale, Valcepina deciderà. A Palazzo Marino la prima non eletta di FdI nel 2021 è la deputata Grazia Di Maggio.

Restando a Milano, Matteo Forte è stato eletto in Regione con FdI e si dimetterà dal consiglio comunale ma era stato eletto con Milano Popolare: la poltrona andrà a Mariangela Padalino, responsabile comunicazione in A2a, già candidata alle Politiche con Noi Moderati di Maurizio Lupi che riporterà quindi il simbolo in Comune (col passaggio di Forte a FdI è sparito). Non ha deciso se tenere il doppio ruolo Comune-Regione Gianluca Comazzi (Fi), il primo non eletto a Milano è Marco Cagnolati. Farà doppietta Manfredi Palmeri (lista Moratti) mentre Lisa Noja, eletta in Regione col Terzo Polo, dovrebbe lasciare Palazzo Marino al coordinatore di Italia Viva Gianmaria Radice.

Tra i non eletti in Regione che guardano con interesse (personale) il toto giunta ci sono a Brescia Claudia Carzeri, che guadagnerà il seggio se Simona Tironi verrà promossa assessore da Fi. Idem Comazzi in giunta riporterebbe in aula l'ex assessore al Welfare Fi Giulio Gallera.

Tra i leghisti papabili per la giunta o un sottosegretariato ci sono Massimo Sertori (prima non eletta a Sondrio è Silvana Snider), Emanuele Monti (a Varese Francesca Brianza), Alessandro Fermi (a Como Gigliola Spelzini). Tra le donne FdI in pole la bresciana Barbara Mazzali (entrerebbe in aula Giorgio Bontempi) e la bergamasca Lara Macconi (rientrerebbe Pietro Macconi).

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