la stanza di Mario CerviI delitti non sono in aumento. È aumentata l'attenzione dei media

I telegiornali, al di là delle dovute notizie relative alle devastazioni provocate sul globo terraqueo per cause naturali e quelle che riguardano la politica, sono diventate pura cronaca nera. Madri e padri che ammazzano i figli e viceversa, non parliamo poi dei coniugi e dei non coniugi che uccidono e poi si tolgono la vita, cosa che spesso non riesce... Secondo lei, caro Cervi, gli esseri umani sono diventati più violenti oppure è sempre stato così, soprattutto perché i telegiornali non esistevano?
Camogli

Caro Fassone, ricordo statistiche secondo le quali il numero dei fatti di sangue è in Italia - credo anche in Europa - in diminuzione. Ma la percezione personale di quasi tutti noi, assediati dalle cattive notizie dei telegiornali e della carta stampata, è che il crimine domini, che l'insicurezza dilaghi, che non ci sia più posto per gli onesti. L'informazione -che mai è stata veloce e abbondante come oggi- contribuisce sicuramente a generare il pessimismo. Dalla narrazione dei crimini può anche derivare un'insana voglia di imitarli. Ad evitare questo contagio il fascismo ordinò che ai fattacci fosse dato poco spazio e che dei suicidi non si dovesse far cenno. Personalmente preferisco, pur con le possibili controindicazioni, il diritto di narrare il male: magari, per dirlo volgarmente, inzuppandoci il pane. La libertà ha i suoi costi, e il censurare le notizie nasconde ma non cancella le realtà tristi o abbiette della vita.

Credo che il Grand Guignol della realtà italiana si sia ingigantito dal punto di vista mediatico e invece sia in concreto sminuito. Il femminicidio, del quale tanto si parla, imperversò molto più di oggi quando il codice penale prevedeva il delitto d'onore, con pene irrisorie per l'assassino.

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