la stanza di Mario CerviIl Papa ha fatto bene a ribadire la scomunica verso i mafiosi

Mi piace precisare che, a mio avviso, il Papa non ha scomunicato i mafiosi, ma ha solo preso atto che i mafiosi, con il loro agire, si sono messi al di fuori della comunità, quindi (si) sono scomunicati. D'altronde, in altra circostanza e per altri fatti ha affermato: «...chi sono io per giudicare...?». Perché avrebbe dovuto assumere ora un diverso comportamento?
Venezia

Caro Landi, non ho nessunissima pretesa di spiegare, da un punto di vista dottrinale, le decisioni di Papa Francesco e le loro motivazioni. Ragionando col buon senso comune mi pare di poter dire che una scomunica solenne dei mafiosi era non solo opportuna ma necessaria almeno per una ragione. Nel passato -purtroppo, talvolta, anche nel presente- alcuni esponenti della chiesa hanno manifestato indulgenza se non benevolenza per arroganti boss della criminalità organizzata. I quali ostentavano spesso e volentieri profonda fede cattolica, grande ossequio alle gerarchie ecclesiastiche, grande e puntigliosa osservanza dei rituali. Con qualche -ahimè- troppo tollerata disinvoltura nel fare inchinare la Madonna a qualche capocosca. Una pronuncia netta e solenne -a conferma di quella precedente per bocca di Giovanni Paolo II- secondo me ci voleva.

Nel suo «chi sono io per giudicare» Francesco non si riferiva, suppongo, al rapporto tra la Chiesa e la mafia -lì giudica con fermezza- ma agli interventi papali su temi etici che a volte lacerano la coscienza del credente.

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