Stavolta il governo ammette: c’è il boom di entrate fiscali

Visco boccia il quoziente familiare caro ai cattolici e insiste sulla tassa di successione

da Roma

Il Tesoro certifica ufficialmente, con un emendamento al bilancio di assestamento, dieci miliardi di maggiori entrate 2006 rispetto alle previsioni, metà delle quali strutturali. Un miglioramento che deriva anche dal buon andamento dell’economia: secondo il Fondo monetario internazionale, il Pil dovrebbe crescere dell’1,5%. Questo, secondo l’Outlook del Fmi, potrebbe consentire al nostro Paese di raggiungere un rapporto deficit-pil inferiore al 4% già alla fine del 2006. Proseguono intanto gli incontri sulla finanziaria: ieri sera è stata la volta delle Regioni, che hanno discusso con i ministri Turco e Padoa-Schioppa di spesa sanitaria. Un incontro interlocutorio in cui non si è parlato nè di cifre nè di ticket, di un ipotetico «patto per la salute». Il ministro dell’Economia s’è detto disponibile a farsi carico del buco pregresso della Sanità, ed ha confermato che i tagli per le Regioni - Sanità esclusa - sono previsti in 1,8 miliardi di euro.
Entrate fiscali, più 10 miliardi. Finalmente, dopo mesi di dibattito e polemiche, il governo conferma che le entrate tributarie sono in notevole aumento rispetto alle previsioni, e fa una cifra: l’incremento è di circa 10 miliardi di euro. Dato che avrà un impatto positivo sui saldi di bilancio determinandone un «miglioramento consistente». La cifra è scritta in un emendamento al ddl di assestamento del bilancio 2006, presentato alla commissione Bilancio della Camera. In particolare, l’Ire (l’imposta sul reddito delle persone) frutta 3,6 miliardi in più, l’Ires (imposta sulle società) 2,5 miliardi in più, l’Iva 3,2 miliardi e le imposte sostitutive 2,5 miliardi. In flessione, invece, le entrate dei giochi e l’accisa sugli oli minerali. Secondo il sottosegretario all’Economia Nicola Sartor, metà delle maggiori entrate sono strutturali, e questo ha concesso il taglio della manovra 2007 da 35 a 30 miliardi di euro.
Fmi vede il deficit in calo. Nell’ultima versione del World Economic Outlook (il documento sarà illustrato oggi, a Singapore, dal capo economista Raghu Rajan) il Fondo monetario stima una crescita del Pil dell’1,5% quest’anno e dell’1,3% nel 2007: un ritmo lontano dalla media europea, rispettivamente del 2,4 e 2%. A politiche invariate (senza contare, cioè, la manovra) gli economisti del Fondo prevedono un deficit al 4% quest’anno ed al 4,1% nel 2007 (invece del 4,3% stimato in aprile). Per quest’anno ci sono «spiragli di miglioramento», dovuti alla «forte crescita del gettito»: dunque si può arrivare già a fine dicembre con il deficit sotto il 4%, «se la spesa pubblica sarà controllata con fermezza». Per quanto riguarda il 2007, il Fmi ipotizza che, «con riforme in aree cruciali della spesa pubblica, come il welfare e il pubblico impiego» si possa raggiungere il 2,8%.
Bond per le infrastrutture.

In finanziaria verrebbe introdotto uno sconto fiscale per obbligazioni finalizzati alla costruzione di opere pubbliche: i nuovi bond avranno scadenze lunghe (anche venticinquennali) e saranno negoziabili solo a qualche anno dall’emissione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica