La storia della gente comune diventa romanzo

Sono le storie della gente comune a diventare romanzo. Sono i particolari che condiscono i racconti dei nonni, vissuti da loro in un'altra epoca, che oggi acquistano valore. E che valore. Quello senza prezzo degli affetti più cari che si vorrebbero stringere forte nelle mani per non perderli. Così un'ex bocconiana Giovanna Alessandrini rilega nei libri le autobiografie della gente comune, prolungando così la memoria degli anziani. Lavora su commissione, in genere la richiesta parte da figli o nipoti dei «testimoni del tempo», si presenta a casa del nonno e lo fa parlare, parlare. «E’ un viaggio a ritroso: sulle prime molti di loro dicono di non ricordare nulla - spiega lei - ma poi si lasciano "spremere" volentieri e con il passare dei giorni la trama si compone da sola». La redattrice cita Oliver Sacks, quel medico visionario che sapeva trovare un senso anche nei pensieri dei malati di mente: «la memoria è la nostra coerenza, la nostra vita». E raccontare fa bene all'anima. «Mi ricordo una vecchia mondina di 98 anni che continuava a ripetermi "ho sempre vissuto nei campi, cosa vuole che le dica" - rivela l’autrice -; invece sono saltate fuori tante di quelle cose che alla fine, quando l'anziana ha ascoltato il racconto della sua vita, si è messa a piangere dalla commozione. Non credeva di essere stata protagonista di momenti simili. Non finiva più di ringraziarmi e sa perché? Perché aveva ripreso a sognare la sorella a cui era stata molto affezionata, che era morta da 40 anni, «mangiavamo pane e salame insieme, mi è sembrato di averla qui…». Secondo Giovanna Alessandrini, raccontarsi è un po' come partecipare a una seduta di psicoterapia. «I ricordi che tornano alla mente sono di per sé enfatizzati e ben si prestano a essere romanzati. Chi narra a poco poco si concilia con se stesso, con la propria storia… C'era una donna di 38 anni in attesa di un figlio che aveva appena perso il padre e ne avrebbe voluto una biografia. L'ha raccontata lei, ma poi ha parlato soprattutto di sé, del rapporto irrisolto con il suo papà e ha scoperto che quel che mancava tra loro non era l'affetto ma la comunicazione. Ora continua a ringraziarmi anche lei, dice di essere riuscita a sanare una ferita, ha "assolto" il nonno di suo figlio». Giovanna Alessandrini ha al suo attivo una trentina di autobiografie (per saperne di più www.giovannaalessandrini.com, oppure 328.7177629); da quest'anno ha deciso di ampliare l'attività editoriale e organizza corsi di scrittura autobiografica.

«Avevo cominciato in casa ad aiutare qualcuno che voleva farsi il lavoro da sé - spiega -, ora sto trattando con il proprietario di un bar- libreria di Milano, è disposto a lasciarmi una sala: una volta alla settimana ho in mente di far partire un laboratorio di gruppo».

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