La storia del giallo Gli ultimi 80 anni di delitti e serial-killer

Nella bella galleria Artereale, dopodomani, alle ore 18.30, saranno interrogati Giacomo Airoldi, Elena e Michela Martignoni, Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini e Bruno Pampaloni, una vasta rappresentanza degli autori di libri dove si commettono delitti. Titolo della manifestazione: «Il cadavere si muove ancora. Indagine sul giallo fra libri, film e tv». Il «cadavere» che scalpita è il giallo stesso: di esso si dice appunto - come delle ideologie e perfino della storia - che sia morto, ma che non se ne sia accorto di esserlo.
Airoldi osserva però che «Loriano Machiavelli ha addirittura dovuto resuscitare il personaggio di Sarti Antonio, defunto nei libri, dopo il successo degli sceneggiati in tv con Gianni Cavina. Ma, per restare a questi ultimi giorni, sempre in tv ci sono due commissari: De Luca, della Repubblica sociale italiana, interpretato da Alessandro Preziosi; Santamaria, della Repubblica italiana tout court, interpretato da Flavio Insinna. Senza contare i telefilm d'importazione».
Ottant'anni fa in Italia il romanzo poliziesco prendeva il nome di «giallo» per via del colore della copertina dei fascicoli da circa cento pagine venduti in edicola da Mondadori. Poi essi sono diventati libretti fra centocinquanta e duecento pagine; infine sono lievitati a «mattoncini» di trecento pagine; alla qualità che calava, si reagiva aumentando la quantità. Lo stesso è accaduto coi film, passati da un'ora-un'ora e un quarto, a due ore-due ore e mezza.
Il delitto in letteratura è stato per lo più passionale, come quello di Julien Sorel nello stendhaliano «Il rosso e il nero»: in tali casi, il colpevole - come il dannunziano Giovanni Episcopo - era quasi sempre «assolto» dalle circostanze, se non dagli uomini. Resisi più elastici i costumi e meno elastici i portafogli, ha poi trionfato il delitto per interesse, talora con risvolti assicurativi (Cain, Hadley Chase). Ora è in voga l'assassinio seriale. I personaggi dei film di Dario Argento uccidono per il gusto di farlo; e anche per i personaggi di Quentin Tarantino il denaro è un pretesto, più che un movente. E Hannibal Lecter, ideato da Thomas Harris, è più mostro che delinquente.

Gli Hostel e i Saw non ci sarebbero senza di lui. Infatti il cinema si rifugia tradizionalmente dove la tv non è arrivata. Ma essa presto arriverà ovunque, se perfino Raiuno ha diffuso - fra 25 aprile e 1 maggio - il commissario della Rsi.

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